La parola ai giudici. "Non esiste buona fede»

Caso Cittadella-Pisa, le motivazioni della sentenza: "La norma è chiara"

di MICHELE BUFALINO -
3 ottobre 2024
"Non esiste buona fede"

Caso Cittadella-Pisa, le motivazioni della sentenza: "La norma è chiara"

Fa ancora discutere il ‘Caso Desogus’ che ha portato i nerazzurri alla vittoria a tavolino nel match contro il Cittadella dello scorso 27 agosto, dopo la decisione della corte sportiva d’appello che ha concesso il 3-0 alla squadra di Inzaghi. A una settimana di distanza dal dispositivo, la Figc ha pubblicato le motivazioni della sentenza per il secondo grado di giudizio, spiegando il perché delle ragioni del Pisa. A livello regolamentare, viene ribadito che il Cittadella "abbia commesso un errore materiale, trattandosi dell’inserimento in lista di un nominativo nuovo e nient’affatto confondibile con altri" e che "nessuna buona fede può essere riconosciuta al Cittadella attesa la chiarezza della norma". Inoltre "la sanzione della perdita della gara deve essere disposta nell’ipotesi in cui la società sia ritenuta responsabile di fatti o situazioni che abbiano influito sul regolare svolgimento di una gara o che ne abbiano impedito la regolare effettuazione" dato che "il fatto che il calciatore Desogus sia entrato in campo rappresenta di per sé una circostanza che ha influito sul regolare sviluppo della gara o comunque ne ha impedito la regolare effettuazione. Il calciatore, invero, ha sicuramente partecipato al gioco, contribuendo alle sorti della squadra in cui milita e al risultato finale". Al Pisa dunque vengono confermate tutte le ragioni già analizzate, ma si fa presente anche come questa decisione, diversamente, avrebbe potuto impattare nel mondo del calcio.

"La Corte, nell’esaminare il reclamo, deve, quindi, stabilire se la violazione prevede la perdita della gara a danno della società che l’abbia commessa". Secondo quest’ultima norma, infatti, la sanzione della perdita della gara è inflitta alla società che "fa partecipare alla gara giocatori squalificati o che comunque non abbiano titolo a prendervi parte". Decidere diversamente avrebbe potuto portare a dei cambi di norma e le note, se la sanzione non fosse stata così afflittiva, non avrebbero avuto più valore, poiché a quel punto chiunque potrebbe inserire un giocatore a partita in corso incorrendo, al massimo, in una multa. Da qui quindi la decisione della corte sportiva d’appello: "Nel caso in esame, la corte ritiene che debba trovare applicazione, in danno della Cittadella, la sanzione della perdita della gara con il punteggio di 0-3". La società padovana però non si arrende e il suo presidente, Andrea Gabrielli, ha confermato ieri all’emittente veneta Tele Chiara il ricorso al Coni. "Andremo avanti con il ricorso al collegio di garanzia del Coni, questo è fuori dubbio. E’ una cosa che da fastidio anche da un punto di vista morale ed etico, perché si sono sentite e lette cose un po’ esagerate su questo evento che hanno gonfiato oltremodo la questione". La società avrà tempo 35 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni per presentare ricorso, fermo restando che una diversa decisione da parte del collegio di garanzia del Coni, visto che si tratta di un tribunale che va oltre il calcio, potrebbe pesare anche nelle norme sulle note per tutti gli altri sport di squadra, dal volley al basket.

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