La sosta per le nazionali e i bilanci

Infranto un altro tabù con la truppa di Bisoli. Sette punti in cinque partite, la parabola pisana.

13 novembre 2023

La sosta per le nazionali rappresenta sempre un momento utile per fare bilanci, soprattutto come nel caso del Pisa, che in questo frammento di campionato ha disegnato un vero e proprio moto parabolico. Sette punti in cinque partite, uno scorcio aperto e chiuso da vittorie scaccia-fantasmi, con nel mezzo il momento più duro da quando Aquilani siede in panchina. La vittoria contro il Cittadella con la quale il Pisa era rientrato dall’ultima sosta apparve come la sterzata decisiva per una svolta: tabù veneti superato, vittoria all’Arena ritrovata, nuovo modulo, 3-4-2-1, e nuovi titolari, Esteves, Piccinini e Lisandru Tramoni. Invece, fu la salita prima di una caduta, ripidissima, la sconfitta, sempre in casa, e ovviamente negli ultimi minuti, contro un Lecco al primo successo in B dal 1973. Caduta che prosegue in laguna a Venezia, con la seconda sconfitta consecutiva, con la parabola discendente che tocca il vertice nell’intervallo della partita di Como. Aquilani decide di tornare al 4-2-3-1, un "ritorno alle origini" che rappresenta quasi un tentativo disperato di invertire la tendenza. Eppure, al quarantacinquesimo i nerazzurri sono sotto di un gol, in un’Arena vuota come non mai negli ultimi anni e in contestazione. "Non avevamo più niente da perdere" raccontò Barberis a fine partita e la reazione porta al pareggio attraverso l’asse Mlakar-Valoti, riproposto quindi nella vittoria contro il SudTirol, firmata dal trequartista capocannoniere nerazzurro. Citando una frase tanto cult quanto retorica, "non può piovere per sempre", e infatti a Bolzano c’era il sole, sotto al quale il Pisa ha infranto l’altro tabù rappresentato dalla truppa di Bisoli, contro i quali la scorsa stagione persero sei punti che avrebbero rappresentato i playoff. Zona playoff alla quale ora, timidamente, i nerazzurri si affacciano, con un Valoti sempre più trascinante, nella speranza che la parabola possa proseguire, ma volta verso l’alto.

Lorenzo Vero

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