Pisa, rimandato ancora una volta. Un buon primo tempo non può bastare

Avanti con Beruatto nella ripresa cala di intensità, anche i cambi non convincono e il Bari pareggia. Adesso due trasferte di fila

di SAVERIO BARGAGNA -
17 settembre 2023
Pisa, rimandato ancora una volta. Un buon primo tempo non può bastare

Pisa, rimandato ancora una volta. Un buon primo tempo non può bastare

Se non fosse che abbiamo varcato già la metà del mese, potremmo sostenere che il Pisa è rimandato a settembre. Un’insufficienza complessiva al netto dei "soliti" errori e di una classifica che se ancora non preoccupa, inizia tuttavia ad assumere un peso crescente. Complessivamente buono il primo tempo del Pisa di Aquilani che propone un modulo ibrido con tre centrali e una forte densità a centrocampo che mette in grave crisi un Bari sorpreso anche tatticamente. Finché il gioco proposto è sorretto da intensità, fiato e calciatori di qualità il Pisa è gradevole, divertente e – per almeno per 25 minuti – pure efficace. Tre occasioni da rete più il gol di Beruatto. Bene, ci siamo. Mano a mano che però la lucidità viene meno, le solite pecche emergono e infrangono la bontà della prestazione. Il filtro scema e il ripetersi dei duelli persi costringono a ricorrere al fallo: così piovono cartellini e ci scappa, ancora una volta, un "rosso". Per la terza volta di fila il Pisa prende gol nel finale. Subisce la rete dal versante sinistro. Resta in dieci uomini e per la terza volta – cosa ancor più grave – la compagine nerazzurra chiude senza il conforto della vittoria. Vittoria, per altro, che in casa manca ormai da marzo. E ora il calendario non è troppo simpatico: due trasferte consecutive – contro Feralpisalò e Reggiana – per un cammino complesso.

Come mai, ad un certo punto del match, il Pisa si sia ‘inceppato’ non spetta a noi dirlo. Quel che è possibile sostenere, però, è che il tris di sostituzioni a due terzi della sfida coincidono con un crollo della palese. Fuori la qualità di Veloso, Arena e Moreo dentro calciatori con altre caratteristiche e peculiarità che però finiscono inghiottite in un finale amaro e sbagliato. Touré sottopunta, non lo scopriamo certo adesso, non può garantire la stessa qualità di rifinitura di Arena; Nagy non è Veloso e colleziona due gialli in pochi minuti, Mlakar è un pesce fuor d’acqua – e non è del tutto colpa sua, ma ci dovrebbe mettere più grinta – ed Esteves, anche lui subentrato, si fa scappare quel Dorval che poi servirà l’assist ad Akpa-Chuckwu per l’1-1 finale. T

Tutto da buttare? Oddio, no. Però prendiamo spunto di una frase dello scrittore Ian Fleming che calza proprio a pennello: "Una volta è un caso, due volte una coincidenza, tre volte è un’azione del nemico". Tre volte gli stessi errori. Ebbene, in questo momento il primo nemico del Pisa appare proprio sé stesso. Si intravede qualcosa, un qualcosa anche potenzialmente bello e interessante, ma è il momento di sgombrare le nebbie e palesarlo prima che il tempo non inizi a scottare e a complicare tutto maledettamente. Altrimenti i nemici poi diventeranno due: i propri errori e pure la clessidra che scorre.

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