Europa League, De Rossi: "Il modo più bello per vincere, Svilar? Non è solo fortunato..."
Le parole dei protagonisti dopo il passaggio del turno contro il Feyenoord all'Olimpico
Roma 23 febbraio 2024 - La Roma lotta per 120' e alla fine ai rigori ha la meglio sul Feyenoord e si guadagna l'accesso agli ottavi di finale. Una gioia incontenibile, per De Rossi, al primo turno continentale superato da tecnico dei capitolini. Tutta la gioia del tecnico romanista nell'intervista post-partita ai microfoni di Sky.
Ci sono tantissimi elementi in questa partita infinita. Da dove vuoi partire? "È bello ricordare tuto quello che è successo stasera. Era la mia prima notte europea qui all'Olimpico come allenatore. È stato molto bello che sia finita così, perché penso lo abbiamo meritato, li abbiamo messi molto in difficoltà. Forse è il modo più bello per vincere, molto romanista e al cardiopalma. Ci siamo scrollati un po' del fatalismo romanista di dosso (ride ndr). Vogliamo cambiare pagina da questo punto di vista, possiamo vincere anche ai rigori davanti a un grande stadio".
È stata una partita difficile sotto il piano fisico e nervoso, poi arrivi ai rigori e questo giovane portiere (Svilar ndr) ti fa passare il turno, cosa si prova? "Lui è precoce ma è forte. È un ragazzo sereno di testa ed è supportato da una squadra che ha grande fiducia in lui, e da un uomo, Rui Patricio, persona meravigliosa, lo voglio sottolineare. Poi quando fai tutte le cose bene, capita anche che il rigore lo tirino dalla parte tua. Non è fortuna, dietro c'è uno studio, ci abbiamo lavorato, ma poi ci sono le capacità del portiere, la sua elasticità e l'intuizione vincente".
Pellegrini? "Giusto che anche lui si tolga queste soddisfazioni, giusto che ci sia il suo nome su questa partita. Poi è presto per rilassarsi, dobbiamo ancora giocare gli ottavi di finale. Non possiamo fare troppe feste, ma merita tutto il supporto, per l'impegno e la qualità con cui ci aiuta ogni volta. Lo merita perché è stato spesso criticato, forse anche ingiustamente, è un grande giocatore".
Che sapore diverso ha questa tua corsa sotto la Curva Sud. Da giocatore ci sei andato molte volte, ma questa è la prima da allenatore... "Il mio era un ringraziamento a tutti i tifosi e allo stadio. Il mio ruolo lo richiede, da giocatore era più automatico, non voglio gelare il tifo dicendo che sono solo i sedicesimi, però il supporto che abbiamo ricevuto andava ringraziato. Un amore gigante, è così da sempre. Cerco di essere il più freddo e moderato possibile, non come quando avevo venticinque anni e saltavo sulle transenne, anche perché ora non ci riuscirei (scherza ndr).
A che punto che siamo con il lavoro di squadra? "Sono molto contento per quello che vedo, considerato che sono ancora poche settimane che siamo insieme. Le squadre a volte si perfezionano anche dopo anni di lavoro. Alle volte serve più lavoro sull'aspetto mentale, ora invece dobbiamo lavorare sull'aspetto tecnico, ripeterci quei concetti che nel primo tempo per poco non ci hanno fatto andare in vantaggio".
La Roma non vinceva una gara ai rigori all'Olimpico in tutte le competizioni dalla Coppa Italia 2002 contro la Triestina, si ricorda chi calciò il primo rigore di quella serie? "Non mi ricordavo di essere stato il primo, ma quella partita nella mia testa era più importante di questa. Era una delle prime volte che giocavo e una delle prime volte che dovevo alzare la mano, mostrando gli attributi. È stata la prima conferma che diedi a me stesso sulla mia carriera, era come una finale di Champions, perché la mia carriera era diversa, ero un ragazzo della Primavera. Questa serata forse è stata un pizzico meglio, la cosa però che voglio sottolineare è che avessimo ben 6 rigoristi pronti a calciarli, non è una cosa da tutte le squadre. Sono state anche in formazioni dove molti ragazzi per motivi rispettabili si rifiutavano, noi invece abbiamo dovuto lasciare fuori Angeliño, perché anche lui era pronto a batterlo. Sono segnali no?".
Avete giocato benissimo nel primo tempo, ma vi manca ancora un po' di continuità su tutta la durata della partita, come te lo spieghi? "Ogni partita ha una spiegazione sua, noi è vero che spesso non teniamo il ritmo del primo tempo, ma in campo ci sono anche gli altri. Quando affronti una squadra come questa, costruita anche per la Champions, capita di lasciar loro il pallino del gioco. Dobbiamo lavorare e capire il motivo preciso per cui non ci riusciamo e provare a tenere il campo con la testa, anche quando le gambe faticano di più. Devo però dire che quando al 120' ho visto tutti scattare per l'occasione di Lukaku, su cui il portiere ha fatto un miracolo, non posso che essere contento".
Svilar: "La fiducia del mister si trasforma in performance, ho lavorato tutta la vita per questo momento"
Non solo Daniele De Rossi, anche il protagonista dei tiri dal dischetto, Mile Svilar, autore di ben due rigori neutralizzati, ha parlato ai microfoni di Sky raccontando la sfida contro il Feyenoord. Ecco le sue parole.
Cosa si può dire di questa notte? Fantastica ti sembra un aggettivo giusto? "Io non ho davvero parole. Ho lavorato tutta la mia vita per questo momento. Questo stadio... Mamma mia! Ogni volta che entro qua è sempre un'emozione pazzesca".
Ora sembri molto freddo, sei andato in porta con grande tranquillità, è questa la tua forza? "Sì, io in questa occasione non sento pressione, credo che quella sia per chi debba tirare. Ho parato due rigori, ne potevo prendere tre, ma va bene così, l'importante era vincere".
Come studia un portiere i rigoristi della squadra avversaria? "Con Simone, l'allenatore dei portieri, avevamo guardato i video e studiato, chi tira largo, chi incrocia, poi però arriva il momento del rigore e io ho deciso di volta in volta dove andare. Sono andato dalla parte giusta due-tre volte, ne ho parati solo due, ma alla fine è andata bene così".
Cosa ti ha detto De Rossi prima dei rigori e quanto è importante l'allenatore della Roma per la tua carriera? "Lui è importantissimo per me. La fiducia del mister, si trasforma in performance sul campo. Mi sento meglio, più tranquillo. Ringrazio il mister per questa fiducia, per questo momento. Questa serata è importantissima per me, la mia carriera, la mia famiglia. Oggi nessuno mi può togliere il sorriso, domani invece torneremo ad allenarci e penseremo al Torino, perché c'è un'altra partita da vincere".
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