Roma, Pellegrini: "Vogliamo tornare dove meritiamo"

Le parole di Lorenzo Pellegrini alla vigilia della sfida di ritorno di Europa League contro il Milan

di FILIPPO MONETTI -
17 aprile 2024
Lorenzo Pellegrini (a destra) festeggia con Gianluca Mancini

Lorenzo Pellegrini (a destra) festeggia con Gianluca Mancini

Roma 17 aprile 2024 - Viglia del match di ritorno di Europa League contro il Milan e in casa giallorossa si è proceduto a presentare al meglio la sfida valevole per i quarti di finale di ritorno di questa competizione. Oltre a De Rossi anche capitan Lorenzo Pellegrini si è presentato in sala stampa a raccontare le sue sensazioni in avvicinamento al secondo episodio di questo derby italiano continentale ai cronisti. All'andata finì 0-1 per i capitolini grazie alla rete di Mancini, dando così un seguito importante al successo nel derby. Ecco le parole del numero 7 della Roma a poco più di 24 ore dal match.

Come gestisci questo momento da capitano, cosa si dice ai compagni? E come mai tutti questi mesi di silenzio da parte tua? "Sono cose che decidiamo insieme alla società. C'è stato un momento particolare di stagione in cui ho sofferto questi due infortuni e ha inciso anche al livello mentale. Abbiamo preferito focalizzarci su questo piuttosto che la comunicazione. Ma durante la stagione può succedere che il capitano venga un po' meno ai microfoni, però sono stato sempre presente per la Roma e per i miei compagni. È quello che mi interessa di più. Penso alle volte sia più difficile far capire alla squadra quanto siano importanti altre partite, non quella di domani. Iniziamo a giocare per notti come quelle di domani, con uno stadio che ci spingerà a dare quel qualcosa in più. Verranno qui per passare il turno, ma anche la Roma lo vuole dopo l'ottima partita a Milano. Per me è una partita che si può replicare, se non fare ancora meglio".

Il mister ha detto che la mentalità giusta è quella del Real Madrid, vincere sempre. La mentalità giusta è questa? Andare in campo per vincere sempre? "Penso che questo è quello che il mister ci vuole trasmettere, ma quella frase l'ha detto più in riferimento ad altre volte dove si pensa che altre partite sono meno importanti. Il mister intendeva che quelle partite ti permetto di arrivare l'anno dopo a giocare contro le squadre che noi vorremmo affrontare l'anno prossimo. È più una questione di testa, una squadra forte gioca sia contro il Milan, sia contro un'altra squadra alla stessa maniera. La verità è che negli ultimi anni abbiamo fatto dei percorsi incredibili in Europa, ma siamo mancati in campionato e viste le nostre potenzialità è una cosa che non dovrebbe succedere. La Roma è una squadra importante che deve fare le competizioni più importanti che ci sono, contro squadre con cui merita di giocare. Il nostro obiettivo è quello di riportare la Roma dove merita di essere".

Domani supererai Aldair come numero di presenze internazionali in giallorosso, ti vedi alla Roma a vita? "Qui sono a casa mia, ma allo stesso tempo è bello perché è una sfida continua. Tu devi venire al campo e meritarti questa maglia, è un po' il discorso che ho fatto sulla fascia tempo fa. Mai avrei pensato che la mia carriera mi avrebbe portato a ricevere questo dono così grande. Penso che la maglia, come la fascia della Roma si porta addosso tutto il giorno, 365 giorni all'anno. Per me è un sogno essere a fianco al mister. Sono contento, mi godo il momento, come è giusto che sia, sapendo che tutti i giorni devo meritarmi lo scudetto che ho sul petto".

Come stai vivendo questo momento a livello calcistico e che aiuto ti ha dato il mister? "A livello calcistico mi sento bene. Stiamo facendo un bel percorso, se qualche mese fa, quando è arrivato il mister, ci avessero detto di quello che stiamo facendo adesso, saremmo stati tutti contenti. È un momento in cui si può dire che la Roma ha iniziato un percorso che sta funzionando. Per me è la strada giusta. Riguardo me stesso, sono contento di quello che sto facendo. Non mi accontento perché ancora non abbiamo fatto nulla, non abbiamo raggiunto nessun obiettivo che abbiamo in testa ed è presto per essere soddisfatti. Dobbiamo essere entusiasti, ma mai appagati. Se la stagione finisse così... Secondo me si può fare bene, bisogna lavorare forte come stiamo facendo e si può creare un percorso che ci renda felici".

Sono state raccontate storie che hanno messo in discussione il tuo rapporto con i tifosi... “Io ti voglio rispondere senza rispondere. Sono quello che vedete e quello che vedono. Tante persone mi dicono che apprezzano la mia trasparenza. In più qui dentro, come avete avuto modo di capire, io ho un ruolo importante. Non è legarsi la fascetta domani, ma anche tanto altro. Quello che mi sento di dire è che io alla Roma non gli mancherei mai di rispetto perché mi ha dato tutta la mia vita. Quello che io ho fatto e che farò, e questo lo posso dire, sarà sempre per il bene della Roma”.

Qual è il tuo rapporto con De Rossi e cosa ti ha dato in più rispetto ad altri allenatori? "Ogni allenatore ha le sue particolarità e ti insegna qualcosa che resta dentro di te per sempre. Col mister c'era già un certo tipo di rapporto, ma al di là di questo, quando vestiamo questa maglia si cerca sempre di fare il bene della squadra. Quello che ho detto al mister è che mi ha stupido sotto tanti punti di vista perché l'ho sempre reputato una persona e un professionista che sarebbe arrivato a fare l'allenatore e ho sempre avuto la convinzione che sarebbe arrivato a fare l'allenatore che rivoluziona, che ti chiedono tutti. Non mi aspettavo che fosse già così preparato. Sono rimasto inizialmente stupido, adesso un po' meno. Siamo molto contenti tutti quanti, prepariamo bene le partita. Ci butteremmo dentro al fuoco o in un fosso per quello che ci dice lui ed è la cosa più importante per un allenatore saper passare le proprie idee a calciatori in grado di recepirle. Noi proviamo a recepirle bene".

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