Roma, Juric rimandato all'esame Inter: buona prestazione ma ora servono i punti

L'analisi del ko romanista nella sfida dell'Olimpico contro l'Inter

di FILIPPO MONETTI
22 ottobre 2024
Ivan Juric e Gianluca Mancini, durante la sfida contro l'Inter

Ivan Juric e Gianluca Mancini, durante la sfida contro l'Inter

Roma, 22 ottobre 2024 – Prima sconfitta in casa della gestione di Juric, primo zero in campionato della gestione del tecnico croato. La Roma esce sconfitta dal big match dell'Olimpico contro l'Inter, al termine di un buon incontro, dove però paga il maggiore cinismo avversario e soprattutto un errore grave che costa il risultato. La prestazione messa in campo dai giallorossi non è stata assolutamente negativa: forti anche del fattore campo, i capitolini hanno giocato alla pari contro i Campioni d'Italia nerazzurri. Il successo arriva infatti solo in contropiede, quando Frattesi sfrutta l'errore di Zalewski e lancia l'azione in ripartenza, servendo poi l'assist a Lautaro Martinez, che con freddezza mette il pallone alle spalle di Svilar.

Per questa sfida difficilissima, Juric sceglie il rientrante Dybala, insieme a Pellegrini, alle spalle di Dovbyk. In mediana la coppia è Cristante con Koné, mentre Zalewski e Çelik occupano le corsie. In difesa ancora panchina per Hummels, così come per Hermoso, dentro a fare il braccetto di sinistra Angeliño, con Mancini, omologo sull'altro lato Mancini, mentre N'Dicka è il riferimento centrale davanti a Svilar. Nella prima frazione di gioco la partita scorre via abbastanza rapidamente. Le due squadre iniziano in maniera molto vivace, salvo poi non riuscire l'una a prevalere sull'altra. L'Inter paga a caro prezzo però la prima frazione, con due infortuni pesanti: prima quello di Çalhanoglu, con Frattesi a subentrare al suo posto, mentre Barella viene abbassato nel ruolo di mediano. Più tardi è Acerbi invece a dare forfait, il quale viene sostituito da De Vrij, senza però cambiare il castello difensivo nerazzurro.

La Roma costruisce a quattro dietro, abbassando un centrocampista sulla linea dei difensori, mentre Angeliño agisce molto sulla corsia di sinistra dialogando spesso con Zalewski. Tanto lavoro sporco anche in fase di costruzione sia per Dybala, sia per Pellegrini. Dovbyk fornisce la solida sponda di qualità nella metà campo avversaria, per poi attaccare lo spazio, quando i compagni riescono a ricevere fronte-porta nell'ultimo terzo di campo d'attacco. In difesa invece la Roma sceglie una pressione un baricentro molto alto, con una marcatura sostanzialmente uomo su uomo di Lautaro Martinez e Thuram da parte di Mancini e N'Dicka.

Da applaudire il grande lavoro di sacrificio anche senza palla di Dybala. L'argentino compie un lavoro davvero encomiabile, è un vero e proprio leader carismatico della squadra, che guida con l'esempio. Purtroppo per Juric, questo toglie tanto a livello fisico alla fase offensiva del giocatore, limitando il suo sconfinato talento. Il sudamericano sa sporcarsi le mani e rimboccarsi le maniche senza palla, ma forse è un pizzico sprecato per quelle che sono le qualità. Questo spiega anche una buona parte della sterilità offensiva dei giallorossi in fase realizzativa.

Nel secondo tempo purtroppo la Roma passa in svantaggio, grande merito di Frattesi che pressa in maniera feroce Zalewski sul calcio d'angolo respinto recuperando il pallone. Molti demeriti per l'italo-polacco per l'occasione da gol interista. Il centrocampista ex Sassuolo conduce il pallone per circa quaranta metri, prima di scaricare al centro dell'area per l'inserimento di Martinez. Çelik è bravo nella diagonale a recuperare, ma non riesce a togliere il pallone dalle disponibilità, il quale incrocia con il destro e supera Svilar. La rete subita spinge Juric a cambiare il proprio copione di gioco: dentro Le Fée, Baldanzi ed Hermoso e passaggio alla difesa a quattro. Buono l'ingresso di Soulé, più pericoloso del solito, ma questo non basta a raddrizzare la sfida, terminando così con lo 0-1 in favore della squadra di Simone Inzaghi.

Le statistiche dell'incontro

La sfida tra Roma e Inter era molto equilibrata in termini di qualità in campo e questo si è perfettamente rispecchiato sia nella sfida in campo, sia nei numeri dell'incontro. A decidere la sfida è stato il cinismo di rispettivi interpreti. I giallorossi dimostrano di poter mettere alle corde i nerazzurri, ma contro una squadra con questa qualità non basta per portare a casa il risultato. La squadra di Juric vince la battaglia per il possesso palla, mantenendo il pallone ai piedi per il 55% del tempo totale, contro il 45% degli ospiti. In virtù di questi numeri, la formazione della Capitale chiude circa un centinaio di passaggi in più dei rivali: 422 contro 334, con però sostanzialmente la stessa percentuale 87% per la Roma, 84% per l'Inter.

Lieve scarto tra le parti anche in termini offensivi, in zona gol, dove però pesa molto la differente qualità in favore dei nerazzurri per il risultato finale. I giallorossi infatti combinano per 14 tiri totali, superando di poco gli 11 i rivali. La squadra di Simone Inzaghi però brilla perché riesce a tirare in porta il doppio rispetto ai padroni di casa, con 6 tiri nello specchio contro i 3 di marca romanista. Se si guarda la qualità dei tiri complessivi però sotto la lente degli expected goals, l'equilibrio è pressoché assoluto. La Roma infatti è coraggiosa e combina per 0,79 xG, mentre l'Inter ha il margine di un nonnulla fermandosi a quota 0,80 xG. L'occasione vincente, che vale i tre punti ai nerazzurri di Lautaro Martinez ne vale 0,11 xG, un valore simile alle migliori occasioni costruite dai giallorossi.

Gli altri numeri dell'incontro confermano l'equilibrio descritto in precedenza. I nerazzurri infatti vincono più contrasti (10 a 8), e perdono meno palloni (10 a 8 anche qui), ma in compenso commettono più falli (12 a 13), guadagnando anche 3 cartellini gialli, contro i soli 2 dei padroni di casa. Pari a quota 3 il numero dei calci d'angolo, così come il numero dei palloni recuperati, dal valore di 50 a testa.

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