Roma, De Rossi: "Voglio riportare in alto la squadra. Dybala? È convocato"
Le parole di Daniele De Rossi nella conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Cagliari
Roma 17 agosto 2024 - Alla vigilia del debutto in campionato ci sono storie tese in casa Roma e nodi di mercato da sciogliere, che nelle ultime ore stanno oscurando il grande mercato in entrata dei giallorossi e mettendo in dubbio tutte le aspettative di cui l'ambiente era carico. Quella di Daniele De Rossi è una situazione delicata e la sua prima conferenza stampa della nuova stagione era carica di curiosità circa la sua gestione proprio del caso legato all'argentina, nel tentativo comunque di preparare al meglio la squadra in vista della delicata trasferta di debutto. Ecco dunque le parole del tecnico giallorosso nel prepartita della prima giornata di Serie A.
Su Dybala
La prima domanda per il tecnico ha chiesto cosa ne pensi della situazione della rosa e di cosa ne pensi della trattativa ben avviata per Dybala. "Non ci sono indisponibili. Sarebbe mancato Paredes per squalifica, ma siccome ha bisogno di minuti giocherà con la Primavera, e ci tengo a ringraziare la disponibilità del settore giovanile. Avrà un minutaggio già concordato. Di Dybala abbiamo sentito qualcosa (scherza, ndr), se ne è parlato tanto, abbiamo però anche altri giocatori oggetto di rumors. Domani verrà con noi, è convocato".
Gli obiettivi della stagione
Si è poi chiesto all'allenatore, dopo i quattro mesi dello scorso finale di stagione, quali siano i suoi obiettivi per questa stagione al via: "Sono le stesse speranze e gli stessi obiettivi di altri 10 allenatori, chi più e chi meno. Spero di continuare a vedere questo entusiasmo e questa dedizione al lavoro che hanno avuto i ragazzi durante la preparazione, anche quelli giovani che hanno dato una mano. In allenamento ho visto sempre un livello alto, vorrei poter vedere i giocatori con cui ho lavorato fin ora anche a settembre ma non sarà così per nessuna squadra. Il sogno è quello di riportare questa squadra il più in alto possibile e la condizione mentale che ho visto è quella giusta".
Dybala e Soulé
Il tema del discorso è poi tornato sul tema legato a Dybala, chiedendo a De Rossi un parere sulla vicenda sia da allenatore, sia da tifoso. "Non sono più un tifoso, non più - afferma il tecnico - ma l’allenatore. Questi argomenti, vitali per un tifoso, vanno trattati con delicatezza. Da allenatore non posso commentare delle voci, delle negoziazioni o delle chiacchiere. Non sono parte in causa di queste trattative e ho una partita da preparare. Di Paulo posso dire che è un giocatore forte e lo considero ancora tale. Parlo sempre con tutti, ho un bel rapporto con i miei giocatori e dico sempre le cose in faccia. Per ora sta anche funzionando per il rapporto umano, ma non posso dire di più. La società sa qual è la mia posizione, ho già detto la mia. Niente e nessuno è più importante della Roma stessa, io voglio soltanto una squadra forte con calciatori motivati".
Al tecnico si è chiesto anche un'opinione relativa all'inserimento fin qui di Matias Soulé negli schemi di De Rossi. "Quello che ha fatto lo scorso anno già parla da sé. Quando si fa questo lavoro, si diventa anche un po' nerd e nelle statistiche mostrava numeri impressionanti: tra gli Under 23 era primo praticamente sotto tutte le voci. La sua pericolosità è alta e noi dovremo essere bravi a inserirlo al meglio in squadra. Lui sta lavorando bene, così come tutti gli altri ragazzi arrivati, si stanno inserendo in gruppo. Tutti quanti in realtà stanno aiutando ad alzare il livello di questa squadra".
Sul futuro
La domanda successiva è tornata sulla risposta precedente dell'allenatore, andando a domandare come si possa conciliare la perdita della propria stella, con il desiderio di una formazione più forte. "Non voglio parlare di queste cose? Penso che nemmeno un dirigente ora ne possa parlare. Magari a settembre ne potrò parlare io, ma nemmeno Paulo ora può parlarne, così come la dirigenza. Più avanti dirò tutto, il mio pensiero. Io non ho bisogno di qualcuno che parli per me, mi piace semplicemente parlare meno perché sono così. Io capisco che oggi sia una conferenza stampa particolarmente succosa, mentre il pre-partita solitamente è inutile perché gli allenatori, compreso me, fanno pre-tattica. Se poi mi si dice nel futuro dovesse arrivare una figura che faccia da tramite sarò pronta ad accoglierla. Io credo che una squadra più forte sappia prescindere dai calciatori singoli: il Napoli ha perso 4-5 calciatori importanti in estate e poi ha vinto lo scudetto a giugno. A volte le squadre anche perdendo pezzi importanti si ricostruiscono in maniera inaspettata".
Il mercato
Incalzato dai cronisti, si è chiesto a De Rossi se secondo lui la dirigenza stia operando sul mercato per il consenso dei tifosi. "Non saprei, non capisco a che operazione ti riferisci. La società ha il suo modo per analizzare gli acquisti che sono sempre stati avallati anche da me, poi capisco che alcuni giocatori abbiano un valore diverso per i tifosi e per la dirigenza. Non percepisco però nessuna voglia di cavalcare l’onda popolare sul mercato, i giocatori li abbiamo scelti io e il dirigente, qui ci lasciano carta bianca. Poi certo c'è piacere se il pubblico è contento".
“Penso solo al Cagliari”
La conferenza stampa si avvia alla conclusione e si chiede all'allenatore se senta un reparto di mercato ancora da rinforzare. "Ieri ho fatto un discorso alla squadra e ho detto loro di non farsi distrarre dal momento complicato e particolare, ma dobbiamo solo pensare al Cagliari. Ho anche detto che se qualcuno si fosse sentito particolarmente scosso ero disponibile a parlarne. Sono qui a parlare di mercato invece, il contrario di quanto ho chiesto alla mia squadra. Questa non è la sede giusta per fare richieste di mercato o commenti. Io cerco di essere trasparente con i giocatori così che possano prendere le loro decisioni, con loro ho parlato".
Il centravanti
La penultima domanda ha invece toccato il tema della punta, chiedendo sia quale lavoro si stia facendo con Dovbyk, sia quali siano le differenze e le somiglianze tra il bomber ucraino e Romelu Lukaku. "Le caratteristiche di Dovbyk, bene o male, sono quelle di Lukaku. Ci sono anni di esperienza di differenza, ma non abbiamo scelto un profilo profondamente diverso da Romelu. È un grande finalizzatore, attacca benissimo lo spazio, sa associarsi con i compagni e tecnicamente è molto pulito. Inizialmente dicevamo ai nuovi tante cose, gli davamo tante consegne io e il mio staff, poi abbiamo deciso di lasciare i calciatori più liberi di esprimersi al meglio e lui ha risposto bene".
Gli insulti sui social
Il faccia a faccia con i giornalisti si è concluso con un commento relativo agli insulti subiti dal giocatore sui social network: "Di certo non fanno piacere. Tendo a dare ai social poco peso, anche se sono diventata parte integrante del nostro quotidiano, anche se sono convinto che certe cose dal vivo non direbbero. Ma non tanto perché sono grande, grosso o cattivo, più perché non credo che in caso di un giocatore venduto o di una partita non vinta, si vada in giro ad augurare un tumore o cose simili. Sono cose che ti danno fastidio per 10 minuti, ma poi ci fai il callo. Quanti messaggi saranno arrivati di questo tipo? Un centinaio? Se si considera quanti sono i romanisti, sono pochi, pochissimi. Chi proferisce certe cose da dietro una tastiera non è meritevole di attenzione. Sapevo cosa andavo incontro venendo qui, sapevo che si poteva incrinare qualcosa del mio passato da calciatore. Io altrove non sono mai stato amato e coccolato quanto come con i tifosi della Roma, al tempo stesso nessuno mi ha mai fatto male come le parole di alcuni tifosi della Roma".
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