Roma, tra errori e sfortuna contro il Verona sono riapparsi i fantasmi dello scorso anno
L'analisi del ko contro l’Hellas: i giallorossi creano molto ma spesso non concretizzano. Gioia effimera per Aouar
Roma 27 agosto 2023 – Doveva essere la serata del riscatto dopo un pareggio ingiusto al debutto e invece si è trasformato un doloroso e frustrante ko. La Roma viene sconfitta per 2-1 al Marcantonio Bentegodi, da un Hellas Verona cinico e caparbio, che sfrutta benissimo le poche occasioni concesse dai capitolini. La squadra di Baroni ringrazia e continua la propria volata in vetta alla classifica, con l'obiettivo di raggiungere quanto prima la quota salvezza. Il ko spinge invece i giallorossi di Mourinho lontani dalle zone nobili, con il Milan già lontano cinque lunghezze in virtù del successo rossonero di ieri contro il Torino. Nulla di irrecuperabile, la Serie A è ancora lunghissima, ma a differenza dello scorso anno, la partenza della Lupa è stato tutto fuorché esaltante, con appena un punto ottenuto nelle prime due uscite, contro avversari tutt'altro che proibitivi.
Nel match di Verona, José Mourinho schiera il consueto 3-5-2 con la linea difensiva formata da Mancini, Smalling e Llorente, la stessa vista all'Olimpico contro la Salernitana. Le novità lo Special One le mostra a centrocampo, preferendo Paredes ad Aouar, con Cristante e Pellegrini al suo fianco. Sugli esterni confermato Kristensen, mentre Zalewski viene preferito a Spinazzola, mentre Dybala Belotti è il duo in attacco. Baroni sceglie il 3-4-2-1, schierando Terracciano, Hongla, Duda e Doig a formare la linea mediana. Folorunsho e Ngonge giocano dietro a Djuric.
L'Hellas Verona fin da subito preferisce lasciare il pallino del gioco ai giallorossi, per poi colpire di rimessa. I due gol infatti nascono da azioni di ripartenza degli scaliferi. In occasione del primo gol ci mette lo zampino anche Rui Patricio, con un intervento molto rivedibile: una respinta corta su tiro dalla distanza che facilita il tap-in vincente di Duda dopo nemmeno 5' di gioco. L'azione però nasce da una punizione giallorossa verso l'area avversaria, poi respinta dalla difesa veneta. La seconda invece nasce da un errore in fase di copertura di Paredes, che apre a Ngonge l'autostrada della metà campo giallorossa. Male anche Smalling che si fa saltare dal belga, prima della conclusione in porta del raddoppio.
Il pressing dei padroni di casa è efficace, con il lavoro degli attaccanti, che mette molto in difficoltà il palleggio tra difensori e centrocampisti della Roma. Quando però la gabbia veronese non chiude a dovere i giocatori giallorossi, si crea lo spazio per mettere in moto le punte, anche se spesso ben chiuse dai difensori scaligeri. La pressione su Paredes costringe a virare spesso su Cristante e Pellegrini per impostare l'azione, ma in generale la squadra si muove poco senza palla e questo spesso costringe i romanisti a virare sui lanci lunghi per mettere in difficoltà la difesa avverasaria e questo costringe ad affidarsi all'uno contro uno. I padroni di casa invece puntano su lanci lunghi per Djuric e ripartenze rapide dei propri fantasisti Ngonge e Folorunsho per creare fastidi alla difesa avversaria. Spesso è lo stesso Montipò a calciare lontano per il bomber bosniaco, che fa salire la squadra grazie al proprio fisico statuario.
Nel secondo tempo Mourinho prova a cabiare faccia alla propria squadra, schierando un 4-3-3 con El Shaarawy che prende il posto di Llorente. Poi si agigungono Aouar e Spinazzola al posto di Paredes e Kristensen. L'atteggiamento ne gudagna, ma Belotti rimane troppo isolato in mezzo ai difensori avversari e la palla non arriva mai con facilità. La gioia del gol del franco algerino alla fine è solo una magra consolazione che illude i tifosi per la possibilità di rimonta, spinta ancor di più dall'espulsione di Hien, ma alla fine non cambia il risultato finale, con l'Hellas Verona che mantiene fino al triplice fischio di Doveri il vantaggio, raddoppiando così il bottino della prima giornata e volando ancora per una settimana in cima alla classifica.
Le statistiche del match del Bentegodi
I numeri ancora una volta, proprio come successo nella prima di campionato, danno ragione alla Roma. In questa occasione però sono sinistramente molto simile a quelli delle sconfitte giallorosse della scorsa annata. La partita del Bentegodi è stata lunghissima, con tante interruzioni che hanno fatto giocare, con i minuti di recupero, per quasi 110', più di un tempo supplementare, con le squadre che sono uscite stremate dal terreno di gioco.
Nonostante l'elevatissimo minutaggio, la Roma ha dominato nella statistica del possesso di palla: 72% contro il 28% dei padroni di casa. Ai giallorossi fa però dispetto la qualità del possesso, con la squadra che ha faticato a costruire azioni da gol pericolose con la continuità che si potrebbe aspettare un tecnico. Anche il dato sui tiri totali testimonia l'assoluto dominio territoriale giallorosso, che però non si è concretizzato nel punteggio finale: 23 le conclusioni capitoline, 7 di queste in porta, contro le 5 dell'Hellas Verona, che però è più preciso e centra lo specchio per 3 volte. Il numero dei tiri dalla bandierina ribadisce ancora una volta il dominio dimostrato dai giallorossi dal punto di vista del territorio: 12 calci d'angolo a zero per i capitolini. Per quanto riguarda invece i passaggi realizzati, i lupacchiotti hanno compiuto 435 passaggi su 500, per una percentuale di riuscita dell'87%, mentre i padroni di casa ne hanno portati a termine 133 su 204, una percentuale di successo appena del 67%.
Il dato degli Expected Goals, infine, racconta di una Roma che ancora una volta subisce più di quanto meriterebbe. Un'altra prestazione migliore rispetto alla qualità di gioco costruita. Se però al debutto l'attacco aveva fatto la sua parte, regalando a Mourinho e ai tifosi capitolini il pareggio, questa volta la fase realizzativa è sottotono rispetto alla mole di gioco e alla qualità con cui è costruita. In un conteggio che ricorda vagamente i cartellini dei giudici in un incontro di pugilato, la Roma vince anche questa voce statstica con 2,00 xG contro gli 0,9 xG dei padroni di casa. Se si va a sommare il dato odierno dei gol realizzati nelle prime due giornate dalle rivali dei capitolini, rispetto al numero di Expected Goals creati, ecco che i giallorossi sono già in debito di ben 2,73 gol subiti in più rispetto a quelli che la difesa di Mourinho avrebbe "meritato" di subire.
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