La Sampdoria, il rischio fallimento, le plusvalenze, Gravina e il Calcio italiano “distratto”
Dopo la retrocessione in B è in bilico il destino di una delle squadre più gloriose del nostro calcio
Può il calcio italiano rischiare di perdere la Sampdoria, una delle 8-10 squadre con la storia più gloriosa, uno dei club più seguiti in Italia e una delle maglie, dei brand, delle icone più conosciute al mondo?
La risposta è una sola: sì, purtroppo l’Italia del calcio rischia di perdere anche questa. La stessa Italia che non si è accorta che stesse scoppiando la bolla delle plusvalenze, chiudendo un occhio e lasciando un vuoto normativo nel quale sono esplosi i casi poi ben noti.
La stessa Italia che non ha una giustizia sportiva lineare: inchieste che si sovrappongono, sentenze che si contraddicono, tempi cortissimi o lunghissimi, sentenze durante il campionato che producono classifiche non credibili e un danno a tutti i club, non solo quelli coinvolti.
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La stessa Italia che dal 2014 non riesce a qualificarsi ai mondiali ma da allora non ha cambiato nulla: nè gli stadi, se si escludono rare eccezioni, nè la normativa sui giovani, nè sui calciatori convocabili in Nazionale. Nulla di nulla. Non ha nemmeno cambiato le facce. Roberto Mancini è sempre il selezionatore dell’Italia, grazie al salvacondotto eterno dell’Europeo, e Gabriele Gravina è sempre il presidente della Federcalcio, grazie anche lui al trionfo di Wembley perchè di altri meriti non c’è traccia. O forse c’è. E’ stato scelto come vice di Ceferin, il difensore del calcio del popolo: vallo a spiegare al popolo doriano.
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