La premiata rivendita Sassuolo Frattesi e gli altri colpacci in uscita

Le grandi cessioni dei neroverdi degli ultimi anni. Giocatori spesso rigenerati il cui valore è ’esploso’

di LORENZO LONGHI
22 luglio 2023

La premiata rivendita Sassuolo Frattesi e gli altri colpacci in uscita

di Lorenzo Longhi

Dicono sia una bottega costosa – l’ultimo ad affermarlo, in ordine di tempo, è stato Claudio Lotito, uno che non ha fama di prodigo – e in effetti lo è. Non si compra a poco in casa Sassuolo, ma se alla fine tutti fanno affari con il club neroverde, evidentemente, significa che oltre al cartellino del prezzo c’è di più.

E allora, molto più che ragionare sulle cessioni o sulle ipotesi di cessione dei figli del vivaio, vale la pena tornare sulle qualità della premiata rivendita Sassuolo e ripensare a tutte le volte nelle quali il club ha rilanciato giocatori per poi rivenderli, appunto, a costi più elevati. Quello di Frattesi è solo l’esempio più recente. Quando arrivò dalla Roma, nel 2017, costò 5 milioni, ora il Sassuolo, vendendolo all’Inter, ha ricaveto 23 milioni più il cartellino di Mulattieri. Una win-win situation per tutti: per i neroverdi che, cedendolo a suo tempo in prestito ad Ascoli, Empoli e Monza, hanno rinsaldato i rapporti con quei club, per Dionisi che ne ha tratto il meglio dopo il rientro a Sassuolo, per la Roma che riceverà il 30% del costo della cessione all’Inter e ovviamente per l’Inter stessa, alla quale il club neroverde ha riservato una formula (il prestito oneroso più il riscatto obbligatorio pagabile su più esercizi) del tutto favorevole. Ecco il punto: non avendo necessità di cassa immediate grazie all’apporto di Mapei e potendo contare su un’ottima posizione a livello di casse di compensazione della Lega, il Sassuolo i giocatori se li fa pagare, ma offre condizioni che ai club acquirenti piacciono eccome.

Un po’ come accadde per Locatelli, preso dal Milan in prestito con obbligo di riscatto, utilizzato, riscattato, rilanciato e ceduto poi per una cifra complessiva di quasi 38 milioni – anche qui su formula di prestito con obbligo di riscatto e pagamento poi su più esercizi – alla Juventus. Puntare, far crescere, salutare: è una questione di approccio al mercato tutta neroverde che genera ricavi, permette plusvalenze, consolida collaborazioni (Roma docet).

Il Sassuolo lo ha fatto con Stefano Sensi, preso dal Cesena quando era in orbita Juve e rivenduto all’Inter per circa 30 milioni tra prestito e riscatto, Sime Vrsaljko (preso a 4 milioni dal Genoa e rivenduto poi per 18 all’Atletico Madrid), con Matteo Politano (acquistato dalla Roma per 3,5 milioni, passato poi all’Inter per 21 in un’operazione che, anche per l’identità dei club coinvolti, in qualche modo ricalca quella di Frattesi. In ogni caso, nessuno dei citati calciatori – e si potrebbero aggiungere anche Scamacca, e persino, a suo tempo, Acerbi – è stato scoperto dal Sassuolo, che però ha saputo essere il luogo giusto per il rilancio e la rivalutazione degli stessi giocatori poi finiti in altri lidi, con la soddisfazione di tutte le parti in causa e puro godimento per i bilanci neroverdi.

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