Gabbia manda in estasi il Milan: risolve il derby all'88: 2-1 all'Inter

Dopo sei sconfitte consecutive il Milan torna a vincere un derby, decide Gabbia a due minuti dal 90': festa Fonseca

di MANUEL MINGUZZI -
22 settembre 2024
L'esultanza di Matteo Gabbia

L'esultanza di Matteo Gabbia

Milano, 22 settembre 2024 - L'uomo che non ti aspetti decide il derby. E' Gabbia l'uomo copertina che manda in visibilio il Milan dopo sei stracittadine perse. La sua girata aerea all'88' vale un successo che può rilanciare le quotazioni del Milan di Fonseca e lasciare l'Inter in una settimana di riflessione. Derby con diversi errori per la squadra di Inzaghi e meritatamente vinto dai rossoneri, anche se San Siro stava ormai per accettare il pareggio dopo un secondo tempo di tante occasioni, quasi tutte milaniste, ma non finalizzate. E invece è stata la scelta a sorpresa di Fonseca a decidere la sfida. Nel primo tempo botta e risposta con Pulisic, serpentina dopo dieci minuti, e Dimarco, perfetto diagonale a battere Maignan.

Apre Pulisic, risponde Dimarco

Inzaghi rispolvera Lautaro dal primo minuto in coppa con Thuram, negli altri reparti scelte standard a eccezione di Dumfries che gioca in fascia al posto di Darmian. Fonseca sceglie la coppia Abraham-Morata, con Leao e Pulisic esterni. Fonseca disegna un Milan con Morata in veste di trequarti, un po’ a rifinire il gioco e un po’ a schermare Calhanoglu, Inzaghi invece va di pressing alto per inibire la manovra rossonera. Primo squillo del Milan con una percussione di Reijnders che propizia il sinistro di Morata: mani aperte di Sommer in angolo. Meglio i rossoneri in avvio, al cospetto di una Inter compassata, lenta, e infatti Pulisic trova il pertugio giusto per incunearsi nella retroguardia nerazzurra e trafiggere Sommer con un preciso colpo da biliardo: 0-1 al 10’. Si sveglia l’Inter al 14’, cambio di gioco per Dimarco, cross con sponda di Dumfries ma Lautaro gira di destro alto. La squadra di Inzaghi fatica a reagire, la tattica di Fonseca, con un 4-2-4 a schermare la prima costruzione interista, funziona e così le uniche possibilità sono i cambi di gioco con Dimarco e Dumfries che provano a cogliere alle spalle Leao e Pulisic. Proprio su un cambio di fronte, però, l’Inter pareggia. Barella ha una bella visione per Dimarco, uno-due con Lautaro e diagonale preciso a battere Maignan: 1-1 al 28’. La pressione interista inizia a fare effetto e il Milan non trova più le trame di inizio partita, soprattutto con un Leao ancora in versione evanescente, mentre dalla parte opposta Dimarco è un grimaldello utile per eludere la schermatura rossonera su Calhanoglu. Meglio l’Inter nel finale di tempo, con una grande occasione al 43’ con una splendida giocata di Thuram più diagonale destro che Maignan devia con un colpo di reni da campione. Il Milan abbassa il suo ritmo e non ci sono più le linee di gioco utili per innescare Morata e Abraham davanti, lasciati spesso soli contro il terzetto difensivo di Inzaghi. L’Inter, invece, dopo un avvio stentato, è riuscita a prendere le misure e a trovare nuove soluzioni di gioco a fronte di un Calhanoglu disinnescato. All’intervallo è zero a zero.

La decide Gabbia

La ripresa si apre con una occasionissima per il Milan. Stavolta il cross di Emerso Royal è perfetto per lo stacco di Leao che trova il grande riflesso di Sommer. Brividi a San Siro. Poco dopo il portiere svizzero rischia con un brutto controllo in area, ma si salva anticipando Abraham in agguato. Sembra l’inizio del primo tempo, con un Milan più sveglio e una Inter mezza addormentata, ma col passare dei minuti i nerazzurri ritrovano ritmo e buona ampiezza in fascia, sempre sul lato di Dimarco che sfrutta i mancanti rientri di Pulisic per impensierire Emerson Royal. Dopo una prima frazione con maggiori emozioni, la fase centrale della ripresa è di studio perché nessuna delle due squadre vuole commettere un errore decisivo ai fini del risultato, i ritmi calano, c’è fraseggio ragionato, con meno rischi a parte qualche accelerazione improvvisa da una parte e dall’altra. Per accendere la partita Inzaghi sceglie Frattesi, Asllani e Darmian per Mkhitaryan, Calhanoglu e Dumfries, tre cambi in uno per modificare il pacchetto centrale che non aveva soddisfatto il tecnico. L’occasione ce l’ha il Milan, con la prima serpentina di Leao che innesca il destro di Reijnders: mano aperta di Sommer. Sul corner successivo c’è un abbaglia di Mariani che fischia un rigore al Milan per un presunto tocco di braccio di Lautaro, quando in realtà il tocco è di spalla. Il Var richiama per la revisione. Fase di confusione per l’Inter che perde palloni a ripetizione ma il Milan non ne approfitta cestinando un paio di ripartenze succose con una gestione rivedibile dell’ultimo passaggio. Lo squillo interista è però di Lautaro che gira di mancina un invito di Bastoni: c’è Maignan. Le squadre si sfilacciano, per la rabbia dei rispettivi mister, così il Milan ha una opportunità in contropiede con Abraham che smarca Leao: diagonale con una paratissima di Sommer. L’Inter balla e al 78’ arriva un’altra occasione quando Reijnders trova splendidamente Abraham: altro diagonale, stavolta a lato. Palla gol gigantesca. Fonseca cambia solo nel finale con Okafor e Loftus Cheek in campo con l’inerzia che sembra premiare i suoi. I rossoneri ne hanno di più, sono più vispi sulle seconde palle e sono più intensi in un finale di partita che vede l’Inter apparentemente sulle gambe. Le sensazioni sono confermate dai fatti all’88’: punizione deliziosa di Reijnders per la girata aerea di Gabbia. Gioia rossonera. L'Inter accusa il colpo e butta palloni alla rinfusa in avanti, ma non ci sono né idee né energie giuste per pareggiare. Il Milan interrompe il digiuno e fa festa.

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