Milan-Venezia 4-0: Fonseca ritrova Leao e Theo

I rossoneri dominano contro i lagunari, basta la prima mezz’ora: quattro gol e anche Abraham a segno. Notte fonda per Di Francesco

di MANUEL MINGUZZI -
14 settembre 2024
Milan-Venezia 4-0, la rete di Gabbia

Milan-Venezia 4-0, la rete di Gabbia

Milano, 14 settembre 2024 – Quattro gol in mezz’ora per archiviare la pratica Venezia e spegnere qualche polemica di troppo nelle ultime due settimane. Il ruggito del Milan è potente, forte, di peso specifico relativo dato l’avversario, uno scomposto Venezia, ma importante sotto il profilo del morale e dell’entusiasmo. Il poker è stato aperto da Theo, su tacco di Leao, poi Fofana, Pulisic e Abraham, questi due su rigore, a suggellare un primo tempo perfetto e tre punti che rilanciano i rossoneri nella lotta Scudetto. Fonseca ritrova dunque una squadra pimpante e che gioca a calcio con qualità e la prova del nove sarà martedì contro il Liverpool, sempre a San Siro. Nel secondo tempo si è rivisto Morata. 

La partita: tutto in mezz'ora

Fonseca sceglie Abraham centravanti con Leao e Pulisic a supporto, in difesa gioca Gabbia. Di Francesco opta per Pohjampalo prima punta con Busio e Oristanio tra le linee. Parte forte il Milan e lo fa con i due giocatori finiti sotto accusa prima della sosta. Sarà un primo tempo difficile per gli ospiti. Leao riparte come una furia, poi tacco prezioso per Theo che sfonda di sinistro sotto le gambe di un disattento Joronen: 1-0 dopo appena 2 minuti. Il Venezia prova a reagire subito e sull’asse Busio-Zampano arriva una mezza occasione in area che Maignan salva in uscita bassa. Bella partita e con buoni ritmi in avvio. I lagunari giocano in avanti e sfondano in fascia con uno Zampano in forma: all’8’ cross teso che Pohjampalo incoccia come peggio non potrebbe. Occasione sciupata. Il Venezia sembra vivo e poco dopo è un sinistro dal limite di Oristanio a mettere paura a Maignan. E il Milan? Si vede spesso in contropiede, come all’11’ quando la fuga di Loftus Cheek premia Reijnders, poi centro per Pulisic che è anticipato da Idzes sul più bello. Era gol già fatto a pochi passi dalla porta. La rete, comunque, arriva sul corner successivo: cross sul primo palo, spizzata e inserimento di Fofana. Due a zero e San Siro in festa. Match in discesa per i rossoneri che possono amministrare portando il Venezia a scoprirsi ancora di più di quanto già avesse fatto, dall’altro lato la punizione per la squadra di Di Francesco, che non aveva approcciato male, risulta più severa del dovuto, ma peggiorerà ancora. Gli ospiti crollano definitivamente al 23’: Reijnders scaglia un diagonale destro che Joronen non trattiene, così arriva Abraham a guadagnarsi un solido rigore che Pulisic trasforma. Tre a zero e partita in ghiaccio. Non c’è pace per il Venezia che poco dopo vede assegnarsi un altro rigore contro, stavolta per un pestone di Schingtienne su Leao. L’arbitro in presa diretta non vede ma c’è il Var che interviene fino all’on field review: Abraham trasforma al 29’ il suo primo gol in maglia rossonera che vale il poker. Il vantaggio permette al Milan di sciogliersi ulteriormente, arrivano colpi di tacco, qualità, intensità al cospetto di un Venezia annichilito e tramortito da una mezz’ora da incubo. Non succede altro nel primo tempo, anche perché il Milan è in possesso della partita e non ha più bisogno di forzare e il Venezia, con un passivo così pesante, deve solo pensare di arrivare all’intervallo senza ulteriori danni. Già in apertura di secondo il Venezia rischia il quinto quando Leao si invola sul filtrante di Loftus Cheek: stavolta Joronen è attento. I lagunari devono cercare di non perdere la testa e contenere il passivo, ma il Milan è intenzionato ad acquisire sempre più autostima e fiducia in ottica Champions e così i pericoli continuano ad arrivare. Al 50’ cross di Leao e girata aerea di Gabbia, Joronen devia in angolo. I padroni di casa sono in pieno controllo, hanno idee, smarcamenti ed efficacia in fase di possesso, mentre il Venezia dietro sbanda a ogni azione milanista, continuando a giocare un calcio privo di equilibrio soprattutto nella zona nevralgica del campo. Fonseca può iniziare anche a ruotare gli uomini e gestire il minutaggio, infatti entrano Okafor e Morata per Reijnders e Leao: missione Liverpool martedì. Di Francesco invece toglie Duncan, problema muscolare, e Oristanio per far posto a Doumbia e Yeboah. Nulla che possa stravolgere l’esito della partita. Il secondo tempo, dal 65’ in avanti, è un lungo garbage time cestistico senza più nessuna velleità di risultato. La vittoria è del Milan che ha il compito di evitare infortuni e guai in vista dell’esordio in Champions. Fonseca sfrutta le due punte per dare minuti a Morata, senza forzare, e fornire ulteriore fiducia a Abraham, che durante la stagione potrà diventare importante, mentre il suo dirimpettaio Di Francesco deve provare a tenere dentro la partita i suoi e ottiene una risposta al 71’, quando su una ripartenza veloce a destra c’è il piattone di Zampano che accorcia le distanze. Ma interviene ancora il Var che consiglia all’arbitro Di Marco di rivedere il contrasto a centrocampo tra Caviglia e Loftus Cheek e alla fine arriva la revisione: fallo e giallo per il mediano del Venezia che, già ammonito in precedenza, finisce sotto la doccia. Classica serata sfortunata per il Venezia, una di quelle in cui quando piove poi grandina anche. Vince dunque il Milan che si rilancia nelle parti alte della classifica dopo un avvio stentato, accorciando a meno tre dalla Juve che ha pareggiato a Empoli e in attesa dell’Inter che gioca in posticipo contro il Monza. Martedì big match a San Siro con il Liverpool.

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