Il commento: da tre anni si falliscono scelte tecniche e societarie. Vergogna figlia di errori in serie. Ora a gennaio toccherà intervenire

La Spal vive una crisi profonda: sconfitte, problemi tecnici e gestionali. Tacopina e Dossena al centro delle critiche. Situazione critica in vista delle prossime partite.

di Redazione Sport
3 novembre 2024
Vergogna figlia di errori in serie. Ora a gennaio toccherà intervenire

La gioia effimera sul gol del vantaggio spallino (Foto Alive)

Vergogna, vergogna, vergogna. Altro non si può dire alla ottava sconfitta in tredici partite, se non che la Spal si deve vergognare per il trattamento inflitto ai suoi tifosi. Il primo responsabile di questa situazione è Joe Tacopina. Avrà anche pompato dentro milioni, ma da tre anni e mezzo continua a sbagliare scelte di manager e allenatori, ammesso che non entri nel merito dei giocatori. La sola speranza di tutti è che lasci al più presto la Spal in buone mani evitandole traumi finanziari dopo quelli tecnici: e se a gennaio toccherà ancora a lui, che metta i molti puntelli necessari a una salvezza oggi più che improbabile. Anche per Andrea Dossena sarà molto complicato rimettere in sesto la baracca. Passato da una tattica suicida a un più acconcio 3-5-2, sprecando gran tempo e punti prima di sistemare la squadra, a Terni per la terza volta (record mondiale, forse) ha perso un uomo, stavolta Sottini, nel riscaldamento. Poi ne ha dovuto salutare un altro, Awua, dopo 3’ e il terzo, Bidaoui, in avvio di ripresa: tutti per eventi muscolari non traumatici. Segno che di sicuro la rosa cortissima e debole lo costringe a usurare i giocatori meno inaffidabili quando ci sono turni infrasettimanali, ma che evidentemente anche nella preparazione si sono verificate mancanze. Se si rompono El Kaddouri e Bidaoui il motivo è chiaro e le responsabilità sono della società: ma se capita anche a giocatori meno usurati, la situazione è grave E ora saranno guai, con tutte queste assenze, per le prossime, decisive partite contro Pineto e Legnago. I giocatori si sono battuti e hanno lottato fino al primo gol della Ternana, poi sono crollati come a Campobasso fino a incassare 4 gol in una ventina di minuti. Fino al 72’ avevano lottato, dopo hanno mollato ancora. Le attenuanti sono finite: questi crolli ricorrenti indicano mentalità perdente e temperamento imbelle nelle difficoltà. Li ha messi insieme il direttore Casella, scelto da Tacopina come tutti i suoi predecessori che hanno fallito. E in porta, se si deve retrocedere, si rimetta Galeotti, che almeno è ferrarese e ha cuore. Il quadro è questo. Si deve ripartire il più possibile da zero, ora per quel che si può e poi a gennaio. In questa debacle non si salva nessuno o quasi. Poi siccome piove sempre sul bagnato, l’arbitro Diop va a mettere in salita il match espellendo Bruscagin che ha colpito la palla e non la faccia di un Cianci che decide la gara con la sua sceneggiata più che col suo gol. Ma il terzino era già ammonito e non doveva intervenire cosi: si era lontani dalla porta, ed esperto com’è Bruscagin doveva accompagnare. Mancano i fondamentali, se si escludono Rao, Antenucci, Mignanelli e pochissimi altri. Dimostrare il contrario, se si è capaci.

Mauro Malaguti

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