Il punto. Il cambio di marcia del mister. Più coraggio e giocatori offensivi

La Spal ritrova la vittoria con Di Carlo: 14 punti in 7 partite. Cambio di marcia con un 4-2-4 vincente e singoli in crescita come Antenucci e Dalmonte. Resta da trovare la formula migliore in attacco.

11 marzo 2024
Il cambio di marcia del mister. Più coraggio e giocatori offensivi

Il cambio di marcia del mister. Più coraggio e giocatori offensivi

Tira un sospiro enorme, la Spal restituita a un Di Carlo capace di 14 punti in 7 partite (con quattro successi e una solo sconfitta) dopo un lungo inverno di stenti con Colucci. A quota 35 c’è ancora parecchio da fare, ma lo si può fare con meno acqua alla gola, già dalla prossima trasferta a Pontedera. Alzi la mano chi tra i meno giovani non ha ripensato ieri al 3-1 inflitto da Galeone a Sacchi nel finale del campionato 1984-85, culminato nella più rocambolesca delle salvezze, per differenza reti sulla Jesina. L’intensità e la tensione della ripresa sono state le stesse di quella determinante vittoria: determinante quanto può esserlo questa, se ben sfruttata nel seguito.

La Spal ha saputo soffrire e tenere in un primo tempo in cui il Rimini faceva girar palla meglio e trovava l’area con più facilità dei biancazzurri, costretti a calciare (bene) dal limite e in grado di passare solo con una rete fortuita quanto l’autogol di Carraro a Fermo, al culmine di una manciata di minuti meno contratti rispetto all’avvio.

Da quel momento in poi la squadra ha saputo però legittimare il risultato con una ripresa gagliarda, due reti di pregevole fattura e una eccellente capacità di soffrire sia sull’1-0 che quando il Rimini si è rilanciato accorciando le distanze. Alla quinta gara in quindici giorni, i romagnoli sono calati alla distanza come era logico prevedere: ma anche la Spal era alla quarta e con diversi giocatori avanti negli anni, per cui un secondo tempo così non era affatto scontato. Diventa difficile in sostanza dire che al 95’ il risultato mente.

Di Carlo ha molti meriti in questo cambio di marcia. Qualche singola scelta può averla anche sbagliata, soprattutto nella ricerca delle punte, ma la mossa decisiva è stata quella di dare coraggio alla truppa schierando sempre quattro giocatori offensivi, e convincendo così con i fatti la squadra che le qualità c’erano, e andavano soltanto valorizzate. Quel 4-3-3 che raramente ha pagato è finito in cantina e questo 4-2-4 sembra decisamente più acconcio alla bisogna.

Nel valutare i progressi non si possono tacere i miglioramenti di alcuni singoli, a partire da Antenucci, dal ritrovato Dalmonte e da Carraro: chissà che lo stesso Tripaldelli non si possa giovare d’ora in avanti dell’abbraccio del suo pubblico dopo lo splendido gol della sicurezza.

Mirco rimane un gran capitano-bomber, ora anche fisicamente più in tiro. Resta da cercare la formula migliore in attacco. Zilli dà l’impressione di poter essere il 9 ideale, ma dal suo arrivo ne ha avuta sempre una. Tutti gli altri sembrano più in grado di girargli intorno che di sostituirlo, Petrovic incluso.

Mauro Malaguti

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