Leo Rossi, l’ex spallino compagno di Schillaci: "Il mio Messina, con Totò e mister Scoglio"

"Un ragazzo semplice, cresciuto in un quartiere popolare, molto maturo per la sua età. Dopo il ’90 faticò a reggere la popolarità"

20 settembre 2024
Leo Rossi, l’ex spallino compagno di Schillaci: "Il mio Messina, con Totò e mister Scoglio"

"Un ragazzo semplice, cresciuto in un quartiere popolare, molto maturo per la sua età. Dopo il ’90 faticò a reggere la popolarità"

Per il grande pubblico, Totò Schillaci è stato l’eroe di Italia 90, quando fece impazzire un Paese intero in quelle indimenticabili Notti Magiche. L’esplosione dell’attaccante palermitano avvenne una manciata di anni prima, nella stagione 1985-86 con la la maglia del Messina del professor Scoglio. Un campionato di serie C terminato con la promozione memorabile dei giallorossi, tra i quali ebbe un ruolo da protagonista anche un certo Leonardo Rossi.

"Era il Messina dei miracoli – ricorda il tecnico dell’Accademia Spal con un mix di orgoglio e nostalgia –. Parliamo di quasi 40 anni fa, quando la serie C era di livello altissimo, con atleti di grandi qualità tecniche e morali. Mi sembra di averlo ancora davanti agli occhi quel Messina stellare, guidato dall’istrionico professor Scoglio: battemmo tutti i record vincendo il campionato, e Schillaci fu la nostra punta di diamante anche se era poco più di un ragazzino. Quello fu l’anno della sua esplosione, con una dozzina di reti realizzate e tante giocate straordinarie: solo un giocatore del suo talento avrebbe potuto spiccare in quel modo e in quel contesto".

Che tipo era Totò Schillaci dentro e fuori dallo spogliatoio?

"Un ragazzo semplice, cresciuto in un quartiere popolare, con delle difficoltà economiche. Al tempo stesso però lo ricordo maturo per la sua età, nonché buono e gentile. Coi primi soldi guadagnati ha iniziato a fare beneficenza, realizzando anche delle scuole calcio nella sua città per togliere dalla strada i giovani che potevano prendere brutte strade".

Ha qualche aneddoto da raccontare?

"Ricordo come se fosse oggi le innumerevoli serate in ritiro passate a giocare a carte: a scopa, a tressette, ma soprattutto a poker. Il sabato sera era tassativo, e Totò giocava assieme a noi, compresi veterani come Catalano, Caccia e Bellopede".

Qualche anno dopo diventò un eroe nazionale, se l’aspettava?

"Quello che ha fatto a Italia 90 è incredibile e naturalmente mi ha fatto piacere. Purtroppo però Totò era talmente buono e ingenuo che quello che è accaduto in quel Mondiale in qualche modo lo ha schiacciato. Per qualche anno ha faticato ad accettare e convivere con quella popolarità: oggi ci si abitua presto ad essere famosi, mentre per lui non è stato facile gestire una situazione più grande di lui".

Come va la sua Accademia Spal?

"Il calendario ci ha messo di fronte due corazzate nelle prime giornate: il nostro percorso inizia domenica prossima. Sono fiducioso, anche perché di fronte a Trento e Venezia non abbiamo fatto gli sparring partner ma ce la siamo giocata, inoltre il gruppo è straordinario e affiatato".

Stefano Manfredini

Continua a leggere tutte le notizie di sport su