Miglior difesa tra le rivali. Ma l’attacco non ingrana

Pregi e difetti della Spal sono ben riconoscibili: pur con il baricentro più alto si sta facendo fatica a costruire palle gol nonostante le tante punte schierate.

27 febbraio 2024
Miglior difesa tra le rivali. Ma l’attacco non ingrana

Miglior difesa tra le rivali. Ma l’attacco non ingrana

L’ottimismo che circolava dopo la doppia vittoria contro Recanatese e Pescara ha lasciato spazio alla preoccupazione per una classifica che resta problematica.

Ma nessuno mette in dubbio che la decisione di riprendere mister Di Carlo sia stata più che mai opportuna. Anzi, se fosse stata presa con qualche settimana di anticipo magari la Spal avrebbe qualche punto in più. Il tecnico ciociaro ha delle responsabilità per quanto accaduto in avvio di stagione e non è stato perfetto nemmeno nelle ultime uscite, però l’atteggiamento e lo spirito della squadra sono cambiati in maniera significativa rispetto ad un mese fa.

La sfida di Di Carlo è salvare la Spal attaccando. O quantomeno affrontando le gare con maggiore coraggio rispetto a quanto succedeva in precedenza. Sin dalla gara con la Recanatese che ha rappresentato il suo ritorno in panchina, l’allenatore di Cassino ha proposto un 4-4-2 super-offensivo, con due punte di ruolo e altrettante ali che spesso e volentieri avevano giocato nel tridente.

E soli due mediani, peraltro dai piedi buoni e meno propensi all’interdizione. Nel corso della sua carriera di allenatore però Di Carlo è sempre stato considerato molto più attento alla fase difensiva, e curiosamente questa Spal a trazione anteriore sta premiando la retroguardia biancazzurra.

Proprio così, perché nelle ultime quattro partite i biancazzurri hanno subito appena due reti (contro Pescara e Fermana) invertendo in maniera nettissima il trend delle tre gare precedenti nelle quali erano stati subiti addirittura otto gol! Il dato delle reti al passivo è tra i pochissimi che fanno sorridere la Spal, la migliore in assoluto tra le otto squadre che lottano per non retrocedere.

Alzare il baricentro allontanando gli avversari dall’area di rigore ha ridotto in maniera sensibile le minacce dalle parti di Galeotti, che non abbiamo ancora visto davvero all’opera.

La solidità della retroguardia spallina, che in attesa del recupero di Bassoli ha in Peda e Valentini i propri punti di riferimento, è centrale nel progetto di mister Di Carlo. Così come la cerniera in linea mediana formata da Carraro e Buchel, con l’ex centrocampista del Crotone migliorato nettamente nelle ultime settimane e il nazionale del Liechtenstein che sta raggiungendo la condizione ideale, necessaria per effettuare le due fasi.

Ma nelle prossime 10 partite ci sarà bisogno anche di Contiliano, finora impiegato col contagocce ma pronto a gettare sul campo ogni energia per la salvezza della Spal.

I riflettori quindi sono sempre puntati su un attacco che fatica ad ingranare, ma Di Carlo sa bene che ci si salva anche prendendo pochi gol. Soprattutto con una squadra che ha in organico giocatori (finora più che altro sulla carta) che possono fare la differenza in zona gol.

Stefano Manfredini

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