Occorre mettersi a pedalare e a fare punti, con spadone e cattiveria. Allarme rosso a -15 dalla vetta. Meglio per ora pensare ad altro

L’obiettivo di chiudere i varchi per colpire ripartendo è riuscito fino al minuto 89. Ma la mentalità va cambiata.

9 ottobre 2023
Allarme rosso a -15 dalla vetta. Meglio per ora pensare ad altro

Allarme rosso a -15 dalla vetta. Meglio per ora pensare ad altro

Bisogna ben che alla Spal comincino ad accendere la lampadina dell’attenzione in fretta, a evitare di finire in fondo cantando, come nella stagione appena conclusa. Alla seconda (e mezzo) sconfitta consecutiva in casa su quattro partite, occorre mettersi a pedalare e fare punti. Se nemmeno dopo una partita complessivamente attenta e giudiziosa, con buoni sprazzi nella fase che ha portato al pareggio, si conquista qualcosa - per la seconda consecutiva su una gaffe di un portiere pure preceduto da buone recensioni l’anno prima - bisogna far scattare l’allarme rosso immediatamente. Gli errori individuali là dietro continuano incessanti, e costano le partite. A -15 dalla vetta dopo un pugno di partite, conviene pensare ad altro, almeno nell’immediato, e facilmente anche dopo. Colucci ha assaggiato in fretta l’amaro calice già toccato a Mimmo Di Carlo. Ha messo in campo la Spal con lo stesso 4-3-3 incontrando in avvio le solite difficoltà di manovra. Quel qualcosa di meglio che si è visto è giunto sul piano della voglia, della disponibilità alla lotta, dell’attenzione e dell’applicazione, e ci sta, perchè per pretendere grandi progressi di gioco dopo pochi giorni era senz’altro difficile. La Spal ha sofferto per mezz’ora la rapidità e la verticalità del Pescara, che ha portato la gara sui suoi binari e ha comandato il possesso secondo canoni zemaniani. Quando dal 30’ la Spal è finalmente uscita fuori, sospinta dalla vena di Dalmonte, del ritrovato Contiliano e di Celia, ha sviluppato un buon quarto d’ora, culminato nel gol. Pur non potendo ancora contare su riferimenti precisi quanto quelli del Pescara sul piano degli schemi, in quel periodo lo ha messo alle corde. Nella ripresa ha lasciato al Delfino un possesso sterile, anche se Colucci ha chiarito di non essere stato lui a chiederlo nell’intervallo.

Ma così ha chiuso meglio i varchi per tentare di vincerla in ripartenza. Il primo compito fino al minuto 89 era riuscito, perchè il Pescara nella ripresa non ha mai calciato in porta, se non sull’incornata da corner di Brosco sventata da Del Favero. Meno il secondo incarico, anche se i biancazzurri tre opportunità le avevano anche create, vedendole abortire per errori nell’ultimo passaggio. Ma nella sostanza il pareggio avrebbe meglio rispecchiato l’andamento della gara, e la squadra alla fine non è stata respinta dai suoi tifosi come avvenne in altre occasioni. Ultimo appunto: bisogna cincischiare di meno. Certi tocchi in più negli scambi offensivi e il palleggio di Collodel che ha avviato l’azione del gol decisivo dicono che c’è una mentalità da cambiare, se si vuole praticare con successo la serie C. Spadone e cattiveria, se si vuol giungere dritti a una meta.

Mauro Malaguti

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