Spal, capitalizzare la vittoria. Dopo Pineto deve partire la riscossa. Primo test utile contro il Legnago. Sperando di risolvere i troppi infortuni
Il risultato caparbiamente voluto da Antenucci e compagni ha fatto salire il morale. Sabato serve la conferma
Nel percorso di ogni club ci son vittorie, spesso anche "sporche", capaci di accendere una squadra e farla uscire dalla crisi: come non ricordare l’1-0 al Cittadella firmata da Beppe Brescia che cambiò la stagione di Gibì Fabbri in C2? Ecco, assai più in piccolo la decimata Spal di Andrea Dossena si deve augurare di avere infilato contro il Pineto una di quelle, e sabato ne chiederà conferma al "Sandrini" di Legnago. Il ritorno alla vittoria poteva, doveva accadere già contro la Pianese, quando la Spal fu parecchio sfortunata a farsi infilzare di rimpallo oltre il 90’. Ora che si è sbloccata contro gli abruzzesi, sfruttare la fiducia che tre punti possono dare è il minimo. Il successo peraltro non è stato affatto "sozzo", per rimanere nella categoria del bucato da asciugare. E’ stato sofferto, quello sì, e pescato dopo un immeritato svantaggio e storture arbitrali - contro e a favore - che hanno condizionato la partita.
La Spal per una volta è stata in grado di imporsi nelle condizioni date, adattandosi agli eventi, che è ciò che si chiede a una squadra: e come già con la Pianese non ha giocato per niente male, anzi. Primo tempo comandato in lungo e in largo ma poco incisivo e soggetto a ripartenze avversarie, ripresa con tre gol in un quarto d’ora (uno annullato) nella sfuriata che ha preceduto l’espulsione di Bidaoui e il riequilibrio delle forze in campo. Eccellente l’approccio dopo l’intervallo: con un uomo in più la vogliamo vincere. Detto e fatto, altra storia rispetto alle paure di Rimini. Al di là degli episodi che hanno deciso il risultato, va sottolineato come la Spal si sia ritrovata nelle condizioni più dure, con gli uomini contati. Erano fuori uso per infortuni troppo frequenti - e che Dossena deve bene analizzare -, Arena, Awua, Karlsson, Kane, Ntenda, i lungodegenti Bachini e Fiordaliso, più Bruscagin per squalifica: e Sottini ed El Kaddouri erano in panca per onor di firma e poco più. In un organico sovrabbondante in certi ruoli e del tutto carente in altri, Dossena si è visto costretto a rispolverare il 4-3-3 (variato in 4-2-3-1 quando D’Orazio si accentrava) più per necessità che per scelta. In queste difficoltà, e con quella classifica e i precedenti dopo un gol al passivo, il naufragio era possibilità concreta.
La reazione alle avversità (che si protrarranno e anzi aumenteranno a Legnago per le squalifiche di Buchel e Bidaoui a fronte del rientro certo del solo Bruscagin), è stata significativa e non era scontata. Dossena ha rilanciato Galeotti che ha salvato la Spal in più occasioni con buone reattività venendo ingannato solo dal cross del gol di Nebuloso, e ha dovuto piazzare D’Orazio interno di centrocampo. Il ragazzo ha fornito la migliore interpretazione della stagione. E’ spesso pasticcione e frenetico, ma energia e gamba nel contesto attuale lo rendono utile se non vanifica i suoi sforzi, generosi non da oggi. Facilmente verrà riproposto lì anche sabato prossimo, magari con Camelio per Bidaoui. Pur tra molti errori, anche il marocchino ha mandato i primi segnali di vita, e si è pure sbloccato prima di quella incauta espulsione. Antenucci match-winner neppure fa notizia, e quel gol in giravolta è invenzione pura dell’attaccante di razza. Mirco sta molto meglio dello scorso anno e si candida a leader della risalita, se mai ce ne sarà una. Nel frattempo la società tace, Tacopina infastidito dalla contestazione gira al largo, e bisogna augurarsi che faccia il suo con atti concreti. Che allo stato significa: rispettare le scadenze a evitare altre penalità, rinforzare la squadra a gennaio per non perdere la categoria, e trovare soluzione positiva a una crisi ardua a ricomporsi, dopo 4 anni di sofferenze.
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