Spal, delusione al quadrato. Dal mercato e da Perugia due ceffoni dolorosi. Meglio allacciarsi le cinture

Ridottasi alle ultime ore di trattative, è rimasta con un pugno di mosche in mano

1 settembre 2024
Dal mercato e da Perugia due ceffoni dolorosi. Meglio allacciarsi le cinture

Ridottasi alle ultime ore di trattative, è rimasta con un pugno di mosche in mano

Due sonori ceffoni nella stessa serata, uno da Perugia e l’altro, anche più cocente, da Milano hanno riportato alla realtà la tifoseria che si era illusa per il pareggio in rimonta contro l’Ascoli, e ora è arrabbiata e delusa. Ogni minimo risveglio di entusiasmo viene subito smorzato da una bastonata, da un po’ di tempo a questa parte: invece di alimentarlo, lo si stronca.

Trattati Houadi, Santini, Zilli e chissà quanti altri, la Spal è rimasta col classico pugno di mosche in mano. Ridottasi colpevolmente alle ultime ore di mercato dopo aver avuto due mesi di tempo, la società ha pensato ad alleggerire il bilancio (e per farlo ha dovuto concedere altri due anni di contratto, si spera a cifre più umane, a La Mantia…), ha venduto anche bene, ma non ha portato a casa né i due esterni alti mancini che servivano (nemmeno uno!), né il 9 indispensabile se Karlsson si prende un raffreddore come già è successo, né il centrocampista di inserimento.

Passano i direttori, da Zamuner a Tarantino, Lupo, Fusco e ora Casella, non passano le delusioni. Con Tacopina, ormai si è capito, non si vola: si starnazza sull’aia facendo quel che si può, e confidando prima o poi di azzeccarla. Almeno finché non sarà estinto il debito acquistato dai Colombarini, che fu il prezzo per avere il club.

Allacciarsi dunque le cinture, nella speranza che Dossena faccia il miracolo e dia a questa Spal che più monca non si può il corpo che le manca. Ieri, nemmeno la solita conferenza di’ spiegazioni. Adesso si andrà a prendere qualche svincolato anziano, magari El Kaddouri mezz’ala, magari Bidaoui esterno. Il primo ancora ancora, può dare fisicità, qualità e qualche gol a un centrocampo piccolino e sulla carta poco prolifico. Bidaoui ha gli stessi 34 anni ma non gioca da diciotto mesi, perché dopo i 279’ da gennaio a giugno 2023, il Frosinone non lo ha mai impiegato dopo il rifiuto del giocatore a trasferirsi a Catania.

Al massimo arriveranno pannicelli così, e c’è caso che qualcuno possa venire utile, anche se da Nainggolan in giù queste situazioni non hanno mai risolto i problemi. Ma al di là del contingente, manca la programmazione nel tempo, manca la pazienza di coltivarla, e le risorse più di questo forse non permettono.

Non sarebbe servito tanto: Zilli andava bene, e chissà che matrice ha quella esitazione fatale sul gong della mezzanotte. El Kaddouri anche, e con un Piovanello allenato, si poteva pure attendere un Bidaoui. Così invece la Spal ha un attacco che non segna, e nemmeno ha sostituti in nessuno dei tre ruoli del tridente. Antenucci rimane una straordinaria seconda punta, ma da centravanti fatica e ha prerogative opposte a Karlsson: magistrale abilità in area e nelle conclusioni per Mirco; fisicità, colpo di testa e gioco spalle alla porta per il biondo islandese. Vediamo cosa porterà il dopo-mercato, e se il buon Dossena, facilmente il più deluso, non sarà costretto dalle circostanze a cambiare modulo dopo due mesi di lavoro, per mancanza di interpreti idonei al suo intenso 4-3-3. A proposito di intensità, infatti, è difficile pretenderne troppa con giocatori avanti negli anni e poco o male allenati, per cui anche sotto questo aspetto il tecnico sarà costretto a ragionare assai su eventuali colpi di coda fuori mercato. El Kaddouri almeno partirebbe con la base della sua conoscenza e stima, e di qualche settimana di allenamenti con lui.

Radrezza spiega benissimo il problema: da un mese lavora qui ed è ancora molto indietro. Sul campo preoccupano i 5 gol incassati in 180’, in linea con le esperienze vercellesi di Dossena, che in Piemonte almeno ne trovava parecchi anche all’attivo. Ora la difesa sarà del tutto nuova, con Calapai, Mignanelli, Bachini, Sottili e Ntenda più Bassoli, Arena e Bruscagin. Si deve sperare in qualche progresso, ma al di là del rendimento dei difensori puri, conta molto la protezione che la squadra dà loro. Ultima nota. Tra partenti con valigia in mano, ritardati o mancati arrivi, squalificati e altro, a Perugia la Spal aveva oltre ai portieri appena 4 panchinari, senza un solo attaccante per tentare la rimonta. Breit è stato addirittura ceduto durante la gara. Non sono cose da Spal, e infatti da quando c’è la panca lunga non era accaduto mai. Buon campionato a tutti. Ma sottozero che freddo fa?

Mauro Malaguti

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