"Spal, è stata una botta tremenda». Conti: "Un consiglio a chi verrà?. Investire forte sul settore giovanile. Dovrà essere quella la nostra base»
Il responsabile scouting si interroga sul futuro: "Ho gioito per l’under 16, ma non so ancora cosa farò"

Da sinistra Giacomo Dal Ben, Massimiliano De Gregorio, Francesco Conti e. Alessandro Orlandini, un patrimonio di professionisti che in questi anni aveva permesso alla Spal di affermarsi in ambito giovanile
La Spal fa parte della vita di Francesco Conti praticamente da sempre. È entrato nel vivaio di via Copparo quando era un bambino arrivando fino alla prima squadra, poi è tornato nel club biancazzurro nel 2018 nei panni di osservatore e ci è rimasto fino a oggi. Anzi, fino a qualche settimana fa, quando la proprietà americana ne ha interrotto bruscamente il percorso da responsabile scouting. È facile quindi immaginare la delusione di chi contava di realizzarsi professionalmente nella squadra della propria città e che invece con tutta probabilità sarà costretto a ripartire lontano da Ferrara.
"Fui chiamato da Ludergnani sette anni fa per fare l’osservatore, negli anni della serie A – ricorda Conti –. Ho fatto tre anni con Ruggero, due con Catellani e due con De Gregorio, sempre con con maggiori responsabilità. Nonostante fossimo scesi in serie C, il livello delle squadre e delle strutture era rimasto ottimo. Eravamo in scadenza di contratto, ma contavamo comunque di poter restare, invece abbiamo preso tutti una botta difficile da assorbire".
Quando ha capito che la situazione stava precipitando? "Qualche problemino c’era: si arrivava sempre alle scadenze con l’acqua alla gola, ma tutto sommato il lavoro procedeva regolarmente. Eravamo concentrati sulla salvezza della prima squadra, dalla quale dipendevano tante cose. Centrata quella, sembrava che si potesse programmare la prossima stagione. Mai avremmo immaginato che ci fosse il rischio di non iscriversi al campionato, invece tra il mercoledì sera e il giovedì mattina abbiamo capito quello che stava succedendo, ed eccoci qua".
Qual è stata la cosa più difficile da fare? "Parlare con gli allenatori e le squadre delle giovanili ancora impegnate nelle fasi finali dei rispettivi campionati. E naturalmente alle famiglie dei ragazzi: mi auguro possano proseguire tutti in società professionistiche, ma sarà difficile".
La vittoria dell’Under 16 che segnale ha rappresentato? "La gioia più grande è per i ragazzi, perché avevano ricevuto una mazzata. Abbiamo reso un po’ meno amari quei giorni, e lasciato qualcosa nel palmares della Spal dopo i due scudetti Under 18 di qualche anno fa. Schiavon? Eros è all’inizio della carriera, allena da due anni. Si è messo a disposizione e ha dimostrato attaccamento alla maglia e voglia di emergere fuori dal comune. Aveva a disposizione una squadra forte, ma vincere non è mai facile. Invece, è entrato nella testa dei giocatori e gli ha trasmesso il proprio entusiasmo e i suoi concetti di gioco". Che effetto le fa vedere tanti atleti passati per Ferrara giocare in serie A e B?
"Ci rendono orgogliosi, impreziosiscono il lavoro che è stato fatto nel nostro vivaio. Gineitis è tra questi: capimmo subito che aveva qualcosa di diverso dagli altri, non è un caso se ormai sia in pianta stabile nel Torino e nella Nazionale della Lituania. In quei tempi potevamo permetterci di investire tanto anche sul mercato estero, poi questa possibilità si è ridotta ma abbiamo comunque pescato atleti molto interessanti sul territorio inserendoli nel nostro contesto con un focus ben preciso: la Spal doveva venire prima di tutto".
De Gregorio si è accasato a Ravenna, lo seguirà nella nuova avventura? "In questi anni ho lavorato molto bene assieme a lui. C’è stima reciproca, consolidata negli anni: mi farebbe piacere proseguire con lui in un contesto professionistico, ma non so ancora cosa succederà. E devo ancora metabolizzare quello che è successo".
Come immagina la ripartenza del settore giovanile della Spal? "Una Spal che parte da zero dovrà disputare i campionati provinciali: sembra assurdo, ma è così. I ragazzini dell’attività di base sposerebbero il progetto, i più promettenti delle squadre agonistiche invece se ne andranno altrove. Un consiglio alla nuova società? Investire forte nel vivaio, dovrà essere la base della nuova Spal. Anzi, le intenzioni nel medio-lungo termine della proprietà si capiranno proprio da lì".
Stefano Manfredini
Continua a leggere tutte le notizie di sport su