Spal, finalmente la luce. Dopo un inverno rigido, spiragli di continuità. Ora la squadra è compatta

Carraro dà il meglio sgravato dai compiti di regia, si attende solo Siligardi

12 marzo 2024
Dopo un inverno rigido, spiragli di continuità. Ora la squadra è compatta

Dopo un inverno rigido, spiragli di continuità. Ora la squadra è compatta

Trentuno giornate. Sono servite 31 stazioni di via crucis dopo il lontano e promettente primo tempo d’esordio contro la Vis Pesaro, prima di vedere una Spal in grado di riguadagnarsi la stima del suo pubblico, in seguito a una serie di risultati positivi dal ritorno di Mimmo Di Carlo. È stato un inverno lungo, penoso e gelido, che ha tolto qualche anno di vita al tifo di casa, e che solo ora lascia intravedere una luce. Nulla è ancora risolto, ma uno spiraglio di continuità si è finalmente aperto, e lascia sperare in un finale meno sofferto.

Tocca all’ancora magnifico Antenucci e compagni dire che non ci si sbaglia, e magari che esiste una base su cui lavorare in futuro senza dover rivoluzionare da capo l’organico anche la prossima estate. Non che il 3-1 al Rimini sia stato frutto di una prestazione perfetta, tutt’altro: in corso d’opera si sono presentate difficoltà, prima nel palleggio e poi nella tenuta difensiva. Ma quel che ha aperto il cuore alla gente è stato, oltre al risultato, lo spirito battagliero che finalmente ha contraddistinto i biancazzurri. La Spal ha gettato le basi del successo quando è stata in grado di rintuzzare le iniziative del Rimini col sacrifico del frequente rientro degli esterni alti ad appoggiare la fase difensiva, e ha poi sigillato i tre punti quando stanchissima ha continuato a proporsi con generosità.

Il gol di Tripaldelli, mai a segno prima in carriera, ha lasciato il segno perché oltre alla qualità tecnica dello slalom ha visto il giocatore vincere un contrasto con tenacia, cadere, ma poi rialzarsi invece di contentarsi in modo svenevole di un calcio di punizione. Per questo il terzino spesso vituperato (non senza ragioni) è improvvisamente assurto a simbolo di una vittoria importante: per lo spirito "tardelliano" che ha animato la sua folle volata di fine gara. Sarebbe sbagliato però negare che nella ripresa la Spal abbia finalmente sciorinato anche buone manovre con una serie di passaggi di fila, dato rarissimo in stagione. Una volta sfuggita alla rete di palleggio degli ospiti la squadra ha proposto gioco meglio del solito.

Detto ciò, la Spal non è ancora salva e il credito acquisito contro il Rimini andrà ben speso già a Pontedera, pena il ritorno nella mischia dei playout. La squadra ora è più quadrata: deve trovare maggiore stabilità di assetto nelle rotazioni degli attaccanti, ma ha recuperato compattezza, distanze e persino l’anima, riuscendo a sopperire anche a una affaticata e involuta prestazione di Buchel, che in partite così ravvicinate paga il deficit di preparazione.

Carraro sgravato da compiti di regia dà il meglio in veste di mediano che fa valere il fisico (e che comunque conosce la geometria) e in un centrocampo a quattro maschera meglio le sue lacune di dinamismo rispetto a prima. Dalmonte sta mostrando quanto alla Spal siano mancate la sua corsa e qualità offensiva. Ora si attende anche Siligardi che può sopperire alla improvvisa eclissi di Edera. Via, i gravi infortuni in attacco hanno pesato parecchio: almeno oggi che non c’è bisogno di alibi, è doveroso rimarcarlo.

Mauro Malaguti

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