Spal, gioco avvilente: servirà una rivoluzione

Dal mercato di gennaio devono arrivare rinforzi all’altezza o sarà retrocessione. Fondamentale salire almeno a 18 punti al giro di boa

4 dicembre 2023
Spal, gioco avvilente: servirà una rivoluzione

Spal, gioco avvilente: servirà una rivoluzione

Andare alla Spal non è più una gioia, è un patimento. Diciamocelo serenamente: la squadra di questa fine 2023, più o meno coincidente con l’arrivo di Colucci e i tanti incidenti soprattutto in attacco, farà fatica a vincere una partita. Non che quella di Di Carlo al completo fosse gran cosa, ma se non altro si era imposta due volte su cinque. Anche a Gubbio, come si diceva ieri, i minimi progressi hanno riguardato soltanto la fase difensiva e la porta inviolata. Per il resto, è la solita Spal formato trasferta, che nemmeno arriva in area avversaria. Con l’eccezione di Sassari, da Recanati ad Arezzo, Rimini, Carrara e Gubbio la minestra è stata sempre la stessa. Se gli avversari segnano la Spal è spacciata. Al "Barbetti" la sola differenza è giunta dalla rete intonsa per la terza volta nell’era-Colucci, e la quinta in assoluto.

E non è solo questione di ultimo passaggio, come prova a dire l’allenatore (credendoci poco, si spera).

La Spal non funziona anche perchè troppi singoli si stanno esprimendo in maniera precaria, per età - troppa o troppo poca - o per inadeguatezza tecnica o battagliera, oppure per la pessima compatibilità tra chi è rimasto a disposizione. Colucci dal canto suo le sta tentando tutte senza successo. Il suo laboratorio è anche troppo ricco di varianti, che vanno a discapito del conseguimento di una identità. Sarebbe una impresa per chiunque? Può darsi. Fatto sta che il livello di gioco è avvilente. Finché c’è da difendersi a testuggine, ancora ancora, soprattutto con l’arrivo di Bassoli e il miglior Peda. Ma tutto si ferma lì. Serviranno innesti mirati, almeno cinque: portiere, regista, un altro centrocampista, un centravanti e un terzino, meglio se due. Ma di livello superiore ai giocatori attuali, non altre figurine.

E serviranno soldi, perché a gennaio svincolati abili e allenati non si trovano. Non si dovrà sbagliare ancora, e nel migliore dei casi sarà un’altra rivoluzione, purtroppo indispensabile perché di questo passo si retrocede. Dalmonte soprattutto e Siligardi potranno dare una mano, ma non basteranno, perché davanti la Spal è sì monca, ma agli attaccanti nemmeno arriva. Il solo passetto consiste nella più ordinata copertura difensiva: il Gubbio ha centrato sì due traverse, ma delle sue quattro occasioni due sono giunte da lontano, e la Spal nei sedici metri ne ha lasciate solo due contro l’unica che è riuscita a procurarsi.

Anche a Carrara, pur largamente sovrastata, ne subì meno che in precedenza. Poi stop, non c’è altro. Capitolo Antenucci: va applaudito sul piano della disponibilità. Andava impiegato come seconda punta nell’ultima mezz’ora, e ora si fa 90’ ogni volta dal centravanti che non è, perchè la società non ha mai rimpiazzato Sits.

Nel primo impiego è reduce da 10 gol in B, col secondo è fermo a 2 in C. A 39 anni fatica, ma si sottopone alla sofferenza senza tirarsi indietro mai, da capitano vero. A lui e compagni si deve chiedere di tirare la carretta per altri 270’ , dopo i quali ci si attende l’immediato intervento del club. Debbono provare almeno a cogliere una vittoria e un pareggio, girando comunque sotto quota 20: ma già i 18 limiterebbero un po’ i danni in vista dell’auspicata rimonta del girone di ritorno. Anche perchè a venti, sinceramente, non si vede come sia possibile arrivare.

Mauro Malaguti

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