Spal, idee chiare per salvare la stagione

Il realismo di Colucci può bastare ora, ma con i rinforzi sul mercato e il recupero degli assenti, la media punti e il gioco dovranno crescere

18 dicembre 2023
Spal, idee chiare per salvare la stagione

Spal, idee chiare per salvare la stagione

La Spal rientra dal campo imbattuto della sesta in classifica con un punto dopo avere anche rischiato di vincere, ed è il secondo pareggio consecutivo su un terreno senza sconfitte dopo quello di Gubbio, nonché il quarto di fila. Tutto bene, quindi? No, niente affatto. Pur registrando l’assenza di sconfitte nell’ultimo mese di campionato, la squadra di Colucci ancora una volta ha dimostrato assoluta incapacità di vincere una partita, anche quando ne avrebbe le possibilità. Se va sotto non recupera neanche a morire - è successo solo nella seconda tranche con la Lucchese, quindi in una gara diversa. Se va sopra si fa sempre raggiungere regalando gol come a Pineto. Il bilancio di 3 vittorie in 16 giornate per una squadra che puntava a essere protagonista è più che misero. E se sabato non batte almeno un Olbia sgangherato quanto lei, nel girone di ritorno la Spal si condannerà a una rincorsa per la salvezza più che complicata. La sola attenuante invocabile è la serie di infortuni che ha demolito l’attacco soprattutto: non è poco, ma non ce ne sono altre. E non resta che augurarsi che la società abbia le idee ben chiare sul da farsi per correggere la stagione.

L’approdo di Edera, unico possibile rinforzo il cui nome è fin qui rimbalzato, non è esattamente di quelli che possono esaltare: non per le qualità del ragazzo, ma perché dopo i Tumminello, Bracao, Pepito Rossi, Nainggolan, Fetfatzidis, Varnier, non si sente proprio il bisogno una ulteriore scommessa su un calciatore che ha visto il campo per 199 minuti negli ultimi due anni in seguito a un serio infortunio. Per accettarlo bisogna che Fusco chiarisca che si tratta di un tentativo di recupero "extra" che sarà preceduto da altri arrivi subito pronti, bene allenati e non a Ferrara negli ultimi giorni di mercato. Tra l’altro Edera dopo quei 199’ è rimasto fermo per altri sei mesi… Siligardi non sarà pronto prima di marzo e l’ex torinista, è un mancino che occupa quel ruolo.

La Spal gioca un anti-calcio che spiega benissimo la sua classifica. Non vince da 8 turni in cui ha colto 5 punti appena, e vedendola si capisce il perchè. Il che apre un dibattito in realtà già in corso su Colucci,. E’ un mister realista che ha adattato la Spal al pareggio perché sa di non poterne cavare di più, o è corresponsabile di questa deriva? In qualche modo si possono sostenere entrambe le cose. Dopo tre batoste a fila ha serrato i ranghi in difesa, e questo è intelligente: se non segni, muovi la classifica solo subendo meno gol. Però lo ha fatto a totale discapito di gioco dalla cintola in su, con continue rotazioni di uomini e moduli più mirati sull’avversario di turno che atti a favorire una identità di squadra. E ha ottenuto una Spal che fuori casa nemmeno tira in porta.

A Pineto almeno ha calciato a rete due volte (una direttamente su punizione, in realtà), trovato un gol e interpretato un secondo tempo nemmeno pessimo, soprattutto in avvio e nel finale, dopo il primo al solito triste livello. Poi come sempre, una volta sopra la Spal si è fatta infilare per la modestia dei suoi interpreti: se in difesa centrale tra Peda, Valentini e Bassoli si è trovata una quadra, a livello terzini il piatto piange sia a destra che a sinistra, dove da tre anni nessuno sembra accorgersene, visto che mai si cambiano attori. Con una sola vittoria all’attivo in dieci giornate, Colucci resiste perché gli si riconosce la enorme attenuante del vuoto di punte che non siano troppo in là o troppo in qua con gli anni. Presto lo si attenderà al varco di un organico più completo: dopo Natale, con arrivi e recuperi, non ci saranno più alibi per società, mister e giocatori.

Contro l’Olbia intanto sarà già spareggio, alla faccia di un tranquillo Natale. Mica si chiede tanto, eh: basta la salvezza senza playout. Ma già quella richiederà i classici lacrime, sudore e sangue.

Mauro Malaguti

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