Spal, il cammino è difficile. L’Ancora è a un solo punto. Ora serve più personalità nei momenti da sfruttare

Otto punti in quattro giornate sono un buon bottino, ma si resta in zona playout

25 febbraio 2024
L’Ancora è a un solo punto. Ora serve più personalità nei momenti da sfruttare

L’Ancora è a un solo punto. Ora serve più personalità nei momenti da sfruttare

Due settimane fa, nel giorno del ritorno di mister Di Carlo sulla panchina della Spal, applaudivamo la grinta e la determinazione di una squadra capace di battere la Recanatese in uno scontro diretto fondamentale dopo essere rimasta in inferiorità numerica. Pochi giorni dopo la stessa squadra ha espugnato Pescara dando la sensazione di aver definitivamente cambiato marcia, e imboccato senza indugi la strada che porta alla salvezza diretta e magari qualcosa in più. Il pareggio balbettante sul campo della Fermana però ha acceso il primo campanello d’allarme, tornato a farsi sentire forte e chiaro nell’anticipo di venerdì scorso con l’Arezzo. Come accaduto in occasione del match con la Recanatese, la Spal ha giocato un discreto primo tempo.

Non dominando come in quella circostanza (di fronte c’era un avversario di caratura superiore), ma comunque creando le condizioni per passare in vantaggio con Dalmonte e Carraro. La differenza l’ha fatta l’atteggiamento della squadra di fronte a un episodio che inevitabilmente può spostare gli equilibri. Con la Recanatese l’espulsione di Peda aveva fornito ancora più forza e furore agonistico ai biancazzurri, che hanno realizzato il gol decisivo con una prodezza di Antenucci subito dopo essere rimasti in inferiorità e poi lo hanno difeso con le unghie e coi denti. Stavolta è accaduto il contrario, perché dopo 56 minuti incoraggianti la Spal ha avuto la fortuna e il merito di ritrovarsi in superiorità numerica. Un vantaggio enorme – considerando che alla fine della gara mancavano circa 40 minuti (recupero compreso) – che la squadra di Di Carlo non è riuscita a sfruttare. Paradossalmente, i biancazzurri si sono resi molto più pericolosi prima dell’espulsione di Masetti, un episodio che ha paralizzato la Spal rendendola innocua quasi fino al triplice fischio. I 6mila del Mazza erano convinti che prima o poi il gol sarebbe arrivato, invece minuto dopo minuto l’ansia e la paura di non riuscire a sbloccare il risultato hanno preso il sopravvento.

E alla fine Antenucci e compagni si sono dovuti accontentare di un punticino che muove la classifica ma che non può accontentare una squadra che per l’ennesima giornata di campionato si ritrova in zona playout. Questione di frenesia e personalità, ma anche di gravi errori nella lettura di alcune situazioni di gioco che atleti professionisti non possono permettersi di fare. Per esempio quello di continuare ad attaccare a testa bassa per vie centrali, quelle naturalmente presidiate dall’Arezzo dopo essere rimasto in 10, invece di provare a sfondare sulle fasce sfruttando davvero l’uomo in più a disposizione. E poi chiaramente è mancato l’apporto alcuni giocatori fondamentali, da Petrovic a Zilli passando per Rabbi, Maistro ed Edera. A parte l’attaccante croato, tutti giocatori entrati nel corso della ripresa. Se nelle prime uscite della Spal di Di Carlo era stata celebrata la profondità della rosa biancazzurri, finalmente lunga e qualitativa, stavolta i subentrati hanno steccato clamorosamente. Otto punti in quattro partite rappresentano un bottino che certifica il lavoro positivo effettuato dal tecnico ciociaro, ma la Spal è ancora convalescente e con questa classifica è meglio non scherzare.

Stefano Manfredini

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