Spal, in trasferta il salto di qualità. L’anno scorso cammino più sofferto
Dopo il colpo sul campo della Juve, cinque mesi di digiuno fuori casa, fino a Pescara col Di Carlo-bis
I progressi della nuova Spal rispetto a quella della scorsa stagione sono particolarmente evidenti nel rendimento in trasferta. Sono già tre le vittorie conquistate dai biancazzurri nelle prime otto gare disputate fuori casa, a Sestri Levante, Rimini e Legnago. Nulla di straordinario, ma un salto di qualità enorme rispetto a un anno fa, quando nelle prime 12 partite giocate lontano da Ferrara la squadra guidata prima da Di Carlo e poi da Colucci fece bottino pieno una volta sola! Peraltro con una buona dose di fortuna, in extremis sul campo della Juventus Next Gen alla terza giornata di campionato nella prima fase di gestione Di Carlo. Di fatto poi Antenucci e compagni rimasero in astinenza in trasferta per cinque mesi, ritrovando la vittoria esterna a metà febbraio – sul campo del Pescara – subito dopo il ritorno di Mimmo sulla panchina.
Va detto che quest’anno lontano da Ferrara sono arrivate anche pesanti sconfitte, da Perugia a Terni passando per Campobasso, ma il tris di successi – soprattutto in questo momento – fa vedere il bicchiere mezzo pieno. La capacità dei biancazzurri di imporsi anche in trasferta lascia quindi ben sperare in vista delle prossime settimane, quando da domani al 20 dicembre la squadra di Dossena scenderà in campo tre volte su quattro lontano da Ferrara.
Allo stadio Mannucci la scorsa stagione la Spal perse 2-1, con vantaggio biancazzurro di Dalmonte in avvio, e reti del Pontedera di Peli e Lombardi, rispettivamente nei minuti di recupero del primo e del secondo tempo. L’ultimo successo della Spal sul campo del granata risale a oltre nove anni fa, quando nelle prime giornate della trionfale stagione 2015-16 la Spal di Semplici sbancò il Mannucci con una doppietta di Finotto (0-2). Nel campionato precedente invece i biancazzurri vennero sconfitti dal Pontedera per 2-1: era gennaio 2015, e quella fu l’ultima partita in cui il tecnico fiorentino schierò la squadra col 4-3-3 passando dalla quella successiva in casa col Savona a un più prudente ed equilibrato 3-5-2 che poi si sarebbe rivelato il suo marchio di fabbrica nella cavalcata fino alla serie A.
In un certo senso, anche mister Dossena ha effettuato la stessa metamorfosi modificando l’assetto della propria squadra dal 4-3-3 al 3-5-2. I risultati positivi non sono stati immediati, ma l’allenatore lodigiano ha avuto la possibilità di lavorarci su e i frutti finalmente cominciano ad arrivare.
Stefano Manfredini
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