Spal, numeri preoccupanti: già 12 reti subite. Ora Dossena valuti se proseguire col 4-3-3
Non siamo più nel campo dei gol incassati in contropiede per carenze di equilibrio, ma alla pura disattenzione collettiva di più giocatori
Brucia, lo stop di Solbiate, eppure va dimenticato in fretta e possibilmente riscattato domani contro l’Entella, pena la minaccia di un’altra stagione da vivere in coda alla classifica. A rendere una idea di cosa non va nella squadra di Dossena, intervengono spietati i numeri. La Spal ha perso 3 partite su 6 e subìto 12 gol. La proiezione sul fine corsa è di 19 sconfitte e 76 gol al passivo, un’enormità se si pensa che nelle ultime due stagioni tra Renate e Pro Vercelli il tecnico ne ha incassati una cinquantina, e per sua stessa ammissione, con materiale tecnico di caratura inferiore. Alla fine non sarà così, si pensa e si spera: i numeri nel calcio danno certezza solo quando sono acquisiti e non ipotetici.
Ma è certo che si deve trovare un argine a questa renitenza a difendere la porta di Melgrati. Sul campo del Milan Futuro non si è trattato di reti incassate su imbucate o cross che hanno trovato la Spal sbilanciata, come avvenne nelle prime partite. Questa volta la difesa era schierata in entrambe le occasioni. Il tiro di Hodzic ha chiamato in causa sufficienza in disimpegno e consueta riluttanza a chiudere sul tiratore dal limite, come già sul gol del Carpi di lunedì scorso: giusto il richiamo a maggiore cattiveria nel contendere la palla agli avversari. Il 2-1 di Traore ha impegnato una Spal tutta nella sua area in una gara a chi ha commesso l’errore che ha condotto dal fallo laterale al sacco di Melgrati, e la contesa in fatto di sonnolenza è stata aspra. Non siamo più nel campo dei gol incassati in contropiede per carenze di equilibrio, ma alla pura disattenzione collettiva di tutta una serie di giocatori insieme. In attacco D’Orazio ha mancato due occasioni clamorose, e siccome si prevedeva che una brutta gara tra squadre stanche per gli impegni ravvicinati si potesse vincere solo sbagliando di meno, la squadra di Dossena ha inanellato quattro errori pesanti, due dietro e due davanti, che l’hanno condannata.
Diventa anche complesso trovare le giuste contrarie, se si scende sul piano delle carenze individuali, e già contro l’Entella i giocatori della Spal, pur alla terza gara in sei giorni, dovranno dissipare ogni timore di inadeguatezza, riducendoli a episodio. La perdita di El Kaddouri per un guaio muscolare la priverà di un elemento finora non brillantissimo ma comunque importante per fisicità, esperienza e guida ai compagni. A 26 giorni dalla fine del mercato, Bidaoui appare fermo quanto il primo giorno. Pur battendosi con personalità, nemmeno Buchel può essere al top. Così quando si esce dal seminato di quei 13-14 giocatori più performanti, il serbatoio delle alternative è limitato per numero e per qualità. Dati i presupposti, Dossena dovrà decidere se l’organico di cui oggi dispone sia in grado di sostenere il suo 4-3-3 (o 4-2-3-1) a tratti spettacolare ma molto, molto alterno per risultati, e forse non ideale se la difesa è di suo ballerina. Sarebbe interessante anche capire se davvero Bachini, leader della difesa che ha vinto il campionato a Castellammare di Stabia, abbia così poco da dare da scomparire del tutto dai radar: Bassoli che aveva fatto la stessa fine al rientro ha fatto bene. Dovrebbero tornare Antenucci, Rao e Radrezza, almeno. E senza Calapai e Fiordaliso la sola alternativa allo stakanovista Bruscagin sembra Polito.
Mauro Malaguti
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