Spal più coperta a Sestri, ma senza rivoluzioni. Col rientro di tutti, Dossena cambierà qualcosa
In questo momento, senza una punta centrale di ruolo e con gli ultimi arrivi non al 100%, è difficile modificare l’assetto tattico
Equilibrio e compattezza. Sono queste le parole chiave che mister Dossena ha pronunciato alla squadra alla ripresa degli allenamenti dopo la batosta rimediata domenica scorsa con la Lucchese. Nel post partita il tecnico ha fatto mea culpa, ma non ha nemmeno risparmiato qualche stoccata ai propri giocatori. Dossena è apparso deluso e amareggiato: sapeva che il suo progetto di gioco avrebbe richiesto tempo per essere concretizzato a pieno regime, ma non si aspettava certamente un approccio del genere a un campionato di serie C che in un mondo normale la Spal dovrebbe giocare da protagonista. Dossena sta ragionando sull’opportunità di cambiare qualcosa a livello tattico, accantonando – almeno momentaneamente – il 4-3-3 alla ricerca di equilibrio e compattezza. L’ex allenatore della Pro Vercelli ha un’idea di gioco precisa, ma non è un integralista. Il problema è che modificare nell’immediato l’assetto della Spal è difficile per una questione di coperta corta praticamente in tutti i ruoli con l’eccezione di quelli della difesa.
Per esempio – in attesa del recupero di Karlsson – non ci sono due punte centrali di ruolo in grado di agire in tandem. Senza dimenticare che gli ultimi arrivati El Kaddouri e Bidaoui difficilmente riuscirebbero a giocare a buon ritmo per più di un tempo, volendo essere ottimismi. La sensazione quindi è che almeno a Sestri Levante la Spal non rivoluzionerà il proprio assetto. Mister Dossena medita di confermare il proprio modulo di riferimento, prendendo però una serie di accorgimenti con l’obiettivo di limitare le scorribande avversarie che sono state fatali nelle prime tre giornate. In Liguria quindi c’è da scommettere che l’allenatore chiederà particolare attenzione alla fase difensiva, anche a costo di rinunciare a comandare il gioco.
L’allenatore si aspetta anche una prova d’orgoglio da parte della sua squadra, in maniera particolare dai giocatori di esperienza che ancora non hanno risposto presente. Su tutti Radrezza, l’atleta che dovrebbe prendere in mano il pallino del gioco in cabina di regia e che invece finora è stato soltanto l’ombra del playmaker di qualità e personalità ammirato nel corso degli anni. Orgoglio e attenzione ai particolari, specialmente nella retroguardia che non può permettersi di venire perforata come accaduto con la modesta Lucchese. Presi singolarmente, giocatori come Calapai, Arena e Bachini in serie C offrono ampie garanzie: finora non l’hanno dimostrato, è ora di voltare pagina.
Stefano Manfredini
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