"Spal, quella retrocessione sanguina ancora. Sbagliai a tenere Venturato, dovevo rinnovare"
L’ex ds Lupo è il doppio ex del match di Campobasso, ma la mente torna sul passato: "Ha fatto bene Casella a fare piazza pulita"
La retrocessione della Spal in serie C nella stagione 2022-23 è ancora una ferita aperta per Fabio Lupo, che continua a ripensare con rammarico a quel maledetto campionato. L’ex direttore sportivo del club biancazzurro segue con attenzione Antenucci e compagni, che domenica prossima se la vedranno con una squadra che lo ha visto protagonista sul campo per tre stagioni a metà degli Ottanta.
"È passato un po’ di tempo, ma non riesco davvero a riprendermi da quello che è successo in quella stagione – confessa Lupo –. La retrocessione della Spal è una ferita che sanguina ancora: non essere riuscito a fare bene a Ferrara rappresenta un dispiacere enorme professionale ma soprattutto umano".
A mente fredda, c’è una scelta che non rifarebbe?
"Sì, tornando indietro non confermerei mister Venturato. Lo dico col massimo rispetto nei confronti di un allenatore che stimo, ma proseguire con lo stesso tecnico ha impedito il rinnovamento generale che avevo in mente. Volevo portare aria fresca dopo una stagione negativa, e quella scelta ha lasciato inevitabilmente qualche scoria".
Condivide quindi la decisione presa dal direttore sportivo Casella di fare piazza pulita? "Sì, è una scelta che condivido. Anche in questo caso, a prescindere dall’allenatore in questione, perché Di Carlo è un ottimo tecnico e la sua carriera parla per lui. Quando si decide di azzerare, bisogna avere il coraggio di farlo fino in fondo. Io invece feci una scelta aziendalista, confermando un allenatore sotto contratto per non aggravare il bilancio societario. Dopo una manciata di giornate poi Venturato fu esonerato e sappiamo quello che è avvenuto in seguito: quello è il mio principale rammarico di quel campionato".
La valorizzazione di alcuni giocatori contribuiscono a rendere meno negativo il suo bilancio personale di quella stagione?
"La macchia della retrocessione non si cancella, ma la valorizzazione di Esposito, Prati e Peda, e il tesoretto lasciato in dote alla società li sento anche un po’ miei".
Che idea si è fatto della nuova Spal?
"La zavorra della penalizzazione ha condizionato una squadra interessante, guidata da un buon allenatore. Il contesto psicologico non è facile: mi auguro che la vittoria di Rimini possa regalarle quella serenità che le è mancata".
E il Campobasso?
"La situazione mentale dei rossoblù è opposta a quella della Spal: sono tornati nei professionisti dopo qualche stagione complicata, inoltre la piazza ha grande entusiasmo e mister Braglia è esperto e molto bravo". Come fu la sua esperienza a Campobasso?
"Molto bella, anche se purtroppo il mio triennio terminò con la retrocessione in serie C dopo gli spareggi con Taranto e Lazio sui quali ci sarebbero molte cose da dire. Dal punto di vista umano e professionale però, furono anni indimenticabili e sono ancora molto legato alla piazza".
Chi vincerà il campionato?
"Il girone B è equilibrato: se la giocheranno Pescara, Ternana e Virtus Entella. E attenzione al Perugia, che uscirà alla distanza e a gennaio si rinforzerà molto. La Spal può risalire, glielo auguro, ma francamente in questo momento la vedo un gradino sotto le big".
Stefano Manfredini
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