Spal, senti Gasparetto. "Legnago, squadra viva. Biancazzurri in difficoltà»

Il punto di vista di chi ha militato in entrambe le squadre e oggi studia da ds "Antenucci? É il più forte di tutti e oggi corre più di quando giocavamo insieme".

13 novembre 2024
"Legnago,  squadra  viva. Biancazzurri in difficoltà"

Gasparetto in azione quando indossava la maglia biancazzurra, poi ha militato nel Legnago. Sabato il big match salvezza

Daniele Gasparetto studia per diventare direttore sportivo, intanto lavora a Sant’Agostino e continua a seguire con passione la Spal. Il gigante di Montebelluna però conosce molto bene anche l’ambiente di Legnago, dove ha giocato dal 2021 al 2023 in serie C e D. "Stiamo parlando di due realtà completamente diverse: vederle così vicine in classifica fa impressione – commenta Gasparetto –. Dal centro sportivo allo stadio passando per il settore giovanile, per non parlare della tifoseria alla storia del club: Legnago e Spal sono agli antipodi, ma in questo momento occupano gli ultimi due posti".

Che avversario deve aspettarsi la squadra di Dossena?

"Sembrava una squadra allo sbando, poi col nuovo allenatore e il reintegro di Martic è diventata più competitiva. Ora è una squadra viva, che sta ottenendo qualche risultato positivo, ma assolutamente abbordabile. È difficile pensare che possa salvarsi senza passare per i playout, e sarà costretta a lottare per non retrocedere fino alla fine. La scorsa stagione ha fatto molto bene, ma c’era un altro allenatore e diversi giocatori importanti se ne sono andati: la qualità è poca e gli effetti si stanno vedendo".

E la Spal che impressione le sta facendo?

"Non la vedo bene, e mi dispiace molto perché la seguo con affetto e passione. I problemi sono tanti, a partire da una proprietà lontana dalla squadra e dalla città. Quella col Pineto è stata una vittoria importante: speriamo possa essere la prima di una lunga serie. Di sicuro a Legnago si giocherà tanto: un risultato negativo la riporterebbe con l’acqua alla gola, ma non voglio nemmeno pensare che la Spal non riesca a spuntarla".

È stata giusta la decisione di confermare mister Dossena? "Esonerarlo sarebbe stata la scelta più facile, ma non necessariamente quella corretta. Aveva iniziato bene, con tanta energia positiva, difesa alta e tanta intensità, poi ha commesso degli errori ma mi auguro che riesca a condurre la Spal fuori dal tunnel. Mi sembra un gran lavoratore, che dà d’anima in quello che fa".

Per Antenucci sono finiti gli aggettivi, giusto?

"È il più forte di tutti, ma quello che più mi colpisce è che corre più di quando giocavamo insieme otto anni fa! Mirco è un professionista esemplare, che mette al centro prevenzione, alimentazione e riposo, poi quando tocca la palla dimostra di essere di un’altra categoria. In questo senso, anche El Kaddouri mi ha impressionato positivamente: la squadra ha perso tanto senza di lui".

Come erano stati i suoi anni a Legnago?

"Mi ero trovato bene: siamo retrocessi in serie D senza fare drammi e la stagione successiva siamo tornati in C senza fare feste epocali. È un ambiente familiare, con una società che non fa mancare nulla e coi pro e i contro di giocare in un comune come Legnago".

Da grande farà il direttore sportivo?

"Sto facendo il corso e a dicembre sosterrò l’esame, quello che l’anno scorso ha fatto Antenucci. Ora sono responsabile delle squadre agonistiche del vivaio del Sant’Agostino: non so se resterò in campo giovanile, però mi piace e il mio grande amico Ludergnani in questo settore è un grande punto di riferimento".

Stefano Manfredini

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