Spal, tifo e voglia di lottare. Buona la prima al Mazza. Ora gli ultimi innesti per poter alzare il livello

Se le risorse sono limitate, conviene tenersi l’ottimo Bassoli e investire in altri ruoli

25 agosto 2024
Buona la prima al Mazza. Ora gli ultimi innesti per poter alzare il livello

Se le risorse sono limitate, conviene tenersi l’ottimo Bassoli e investire in altri ruoli

Buona la prima, sia pure senza i tre punti e con qualche riserva. Andrea Dossena l’aveva promessa, una Spal vogliosa di comandare il gioco senza risparmiarsi, e i seimila-e-passa accorsi al "Mazza" l’hanno ottenuta. Subito una parentesi sulla gente: affluenza e lunghe code al botteghino nel prepartita per il biglietto hanno dimostrato che i mille abbonamenti in meno non significano perdita di passione, e che l’amore per i colori biancazzurri è enorme a dispetto di anni deludenti. In molti torneranno, se la squadra saprà ripetersi cogliendo anche risultati pieni.

Perchè contro l’Ascoli la Spal non ha vinto? Sostanzialmente perchè ha lasciato tra le linee di difesa e centrocampo spazi in cui i centrocampisti ospiti hanno lautamente pasteggiato. Quelle distanze sono state rispettate molto meglio sullo 0-2, con la Spal a 4-2-3-1 e Awua e Zammarini bloccati dietro a quattro attaccanti: ma prima l’Ascoli ne ha approfittato segnando due gol e sfiorandone altri. =

Però è della Spal che si vuole parlare, e allora parliamone. Sorretta e trascinata da un tifo caldissimo, è stata generosa quanto i suoi supporters. Non ha lesinato corsa e impegno tenendo il pallino del gioco e proponendosi in avanti assai più a lungo dell’Ascoli. Persino chi non ha giocato bene ha speso ogni energia. Forse, se Raffaelli non avesse compiuto quel miracolo sulla bomba di Karlsson, si sarebbe vista un’altra partita. Ma ritmo, giro palla abbastanza rapido e grinta non sono mancati, anzi. Anche la fortuna ha voltato le spalle, sotto forma dell’immeritato 0-1 sull’unico tiro degli ospiti fino al 45’. La Spal lo ha accusato, ha incassato il raddoppio nella fase peggiore della sua gara, ovvero il primo quarto d’ora della ripresa, ma con l’ingresso di Antenucci si è trasformata. Dopo la "bicicletta" di Ante7 ha segnato due reti in 6’, e se anche sono giunte da un fallo laterale e un piazzato, sono state il giusto premio.

Quel che ancora sembra mancare sono altri uomini in grado di alzare sensibilmente il livello. Alcuni servono come il pane, se oltre a comandare le partite si vuole anche vincere. La catena di destra - terzino e ala - va corretta: e l’attaccante dovrà essere uno che vede la porta e garantisce gol, un Dalmonte mancino, se si vuole continuare col 4-3-3, con Rao e D’Orazio a spartirsi la torta sulla corsia opposta. Serve anche un centrocampista fisico che abbia nel sangue gli inserimenti in area. Se arrivano queste pedine di una certa qualità, Dossena potrà continuare col suo modulo preferito: altrimenti, molto meglio allargare le ali e piazzare Antenucci a supporto di Karlsson, come in occasione della rimonta di venerdì sera. Se si stenta a realizzare, il 4-3-3 espone a rischi. Se le risorse sono limitate, conviene tenersi l’ottimo Bassoli (perchè regalarlo se mai ha tradito?), e orientare la spesa in quelle direzioni.

Infine, non resta che attendere la crescita di condizione di qualcuno: Radrezza in primis, ma anche Zammarini e Awua, che ha l’aria di quello che se si infila in squadra non lo togli più. Due parole su Rao, infine: ha qualità, sembra essersi rinforzato anche fisicamente, si spende all’indietro, e insomma, è un 2006 che ha tutte le carte in regola per diventare il gioiellino della nuova Spal. A patto di volare basso con l’umiltà.

Mauro Malaguti

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