Spal, un Natale dimesso. Organico da completare dopo gli errori dell’estate. Piace l’ex Vercelli Haoudi
Un centrocampista che Dossena stima molto e che a Frosinone non gioca
Un altro Natale in ghingheri, per una Spal costantemente nei guai dopo l’addio alla serie A. Poco si può dire delle prime venti partite stagionali dei biancazzurri: un bilancio tecnico è difficile perché la squadra ha mostrato poco di buono, e in negativo a targhe alterne un po’ tutto e il suo contrario. Ha inanellato 1 punto nelle prime tre giornate e 6 nelle due successive. Ha perso per 1-5 a Pontedera dopo tre successi di fila. E’ passata dal 4-3-3- al 3-5-2 via 4-2-3-1. Le uniche costanti sono purtroppo negative: la tendenza a lasciarsi troppo spesso andare rimediando goleade (0-3 a Perugia, 1-4 a Terni, 1-5 a Pontedera, lo stesso 2-3 con la Lucchese limitatamente al primo tempo); la pessima vena difensiva, ben raccontata dai 35 gol subiti che fanno di Melgrati e Galeotti i guardiani più battuti del girone; l’irresistibile inclinazione a incassare reti da calcio piazzato, sia esso corner o calcio di punizione. Alla Spal han fatto gol tutte meno Legnago, Torres e Rimini, quest’ultimo in dieci uomini per quasi tutta la partita. Molto spesso sono banali errori individuali a provocare il passivo, segno che la grana complessiva è modesta e che bisogna elevare il tono della squadra, e non soltanto là dietro. Il peccato originale sta sempre là, nell’ultima giornata di mercato che ha lasciato incompletissimo l’organico.
Un mistero glorioso, una bizzarria tecnico-gestionale che ha pesantemente zavorrato la squadra. La società ha l’occasione di porvi rimedio a gennaio, e ora tutti gli occhi sono puntati su Tacopina. Se non si interverrà presto e bene, anche a costo di spendere qualcosina, l’attuale pena si protrarrà fino in fondo, e con esiti del tutto incerti. Il bilancio della Spal è annuale, da gennaio a dicembre, e non di campionato. Dunque si riparte da zero, e forse si potrà investire qualcosa per salvare la categoria e magari gettare basi da non rivoluzionare di nuovo nell’estate. Il mercato di gennaio non è e non sarà mai il più favorevole per iniziare un progetto, perché molti club non mollano i giocatori validi e spesso si pescano comprimari.
Tuttavia qui siamo e qui bisognerà distinguersi. Con un organico degno si potrebbe capire meglio anche di che panni si veste come tecnico Andrea Dossena, finora costretto a districarsi solo e soltanto nell’emergenza. L’allenatore deve far presente con che modulo base intende giocare. Il 4-3-3 richiede un tipo di mercato, il 3-5-2 tutt’altro. Di sicuro in entrambi i casi servirà accrescere dinamismo, qualità e personalità a centrocampo con un giocatore di livello, o ancor meglio con due se si riesce a far partire qualcuno. In difesa è da vedere se Bachini può essere l’acquisto e il puntello indispensabile: altrimenti si dovrà sfoltire la grande quantità (quattro i terzini destri, come lo scorso anno, tanti i centrali contro un solo esterno mancino in Mignanelli) e puntare su maggiore qualità. Tutti quei gol al passivo, da piazzato e non, parlano chiaro. In attacco a 3-5-2 serve un centravanti in alternativa a Karlsson, e che non sia una comparsa, per riportare Antenucci al naturale compito di seconda punta. Per il 4-3-3 invece mancano un esterno mancino più allenato di Bidaoui, e ancora una volta un secondo numero 9. C’è un primo nome da tener d’occhio, quello del centrocampista italo marocchino Hamza Haoudi, che Dossena ebbe già a Vercelli. Ora è a Frosinone, non gioca, ed è molto stimato dal tecnico. Prendere nota, quindi.
Mauro Malaguti
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