Spezia, inizia una settimana di passione. Servono rinforzi in ogni zona del campo

Squadra da ieri in ritiro in città, ma se la proprietà continuerà a ridurre le spese senza interventi sul mercato, il destino è segnato

di MIRCO GIORGI -
15 gennaio 2024
Spezia, inizia  una settimana di passione. Servono rinforzi in ogni zona del campo

Spezia, inizia una settimana di passione. Servono rinforzi in ogni zona del campo

A buoi abbondantemente scappati, da ieri lo Spezia è in ritiro, pur rimanendo in città, in vista dell’ennesima settimana di passione che culminerà con il match di sabato con la Cremonese al Picco. Limitare quello che sta avvenendo al lato tecnico è il modo migliore di mistificare una realtà ormai evidente ai più, ma vista in tempo da pochi. Che lo Spezia sia una società allo sbando si spera non sia più un mistero per nessuno. Quanto avvenuto a Como va molto al di là della semplice disfatta calcistica, è lo specchio di una realtà in completo disfacimento. Provateci voi a lavorare in un ambiente praticamente in liquidazione dove, dopo aver incassato decine di milioni di euro, i proprietari, lontani migliaia di chilometri, hanno come unico scopo quello di ridurre le spese, senza nessun riguardo per un minimo di programmazione sportiva, anzi continuando ad affidarla a chi nel giro di un anno ha demolito una realtà che veleggiava verso una tranquilla salvezza in A e ora l’ha lanciata a tutta velocità verso il baratro, imbottendola di Krollis, Moutinho, Cipot e via andare.

Caro D’Angelo, capiamo la sua immensa frustrazione nelle parole dette nel dopo partita, ma ci tocca smentirla almeno su un punto: le società di calcio degne di questo nome la programmazione sanno benissimo che cos’è e la mettono in pratica quotidianamente. Nel grande, il binomio Atalanta-Gasperini è da manuale, ma anche nel piccolo di un onestissimo Cittadella, terzo in classifica con uno dei monte-ingaggi più bassi della categoria, che prima di Natale ha distrutto questo povero Spezia. Là da quasi vent’anni regna il professor Marchetti, direttore sportivo che potrebbe insegnare a tutti come si fa calcio in modo sano. Il tempo delle vuote parole è finito, ora servono solo fatti. A Como sarebbero serviti, pronti da subito, almeno un attaccante di esperienza e un centrocampista di regia utile a relegare per sempre in panchina Salvatore Esposito, anche sabato protagonista di una prestazione oscena. Oggi non solo servono questi due profili, ma rinforzi in tutte le zone del campo, a partire da una difesa letteralmente penosa, con Nikolaou e Gelashvili degni attori del teatro dell’assurdo. Con un direttore sportivo all’altezza ci sarebbe perfino spazio per un mercato a saldo zero, liberandosi di tanti presunti campioni che hanno fatto il loro tempo e prendendo in cambio veri mastini di categoria.

Ma l’impressione è che tutto fili verso un disastro in tutto paragonabile a quello del 2008, con uno smantellamento molto probabile di quel poco di valido che c’è. Chi ha potere per farlo, faccia qualcosa, onde evitare di aspettare un’altra volta invano dei fantomatici elicotteri della salvezza.

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