Ciclismo, Bjarne Riis dice basta: "Lascio questo mondo dopo tanti successi e cadute"

Il danese, prima corridore e poi manager presso la Tinkoff, volta pagina: "Ho sbagliato e soltanto grazie alla mia famiglia non ho fatto la fine di Ullrich"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 dicembre 2023
Bjarne Riis (Ansa)

Bjarne Riis (Ansa)

Roma, 8 dicembre 2023 - Proprio in questi giorni in cui, tramite i racconti di vari protagonisti, stanno riemergendo pagine di storia del ciclismo non esattamente memorabili, Bjarne Riis, che in quell'epoca aveva strappato diversi titoloni, annuncia l'addio a un mondo in cui ha ricoperto tanti ruoli.

I dettagli

 Si comincia da quello di ciclista, con una militanza nel professionismo che va dal 1986 al 1999 e che vede a referto le vittorie, tra le altre, del Tour de France 1996, dell'Amstel Gold Race 1997 e di diverse tappe al Giro d'Italia e si arriva a quello di direttore sportivo, che dal 2000 al 2015 l'ha visto a capo del progetto russo Tinkoff. Insomma, un'epopea lunghissima (e ricca di scandali legati al doping) che man mano è sfumata fino al recente annuncio, fatto ai microfoni del quotidiano Borsen: quello che chiude un'era per il danese ma, in un certo senso, per l'intero mondo delle due ruote a pedali. "Ho trascorso gli ultimi anni in Svizzera e ho pensato molto a cosa avrei dovuto fare nel prossimo futuro. In questo processo sono arrivato a una conclusione: che il ciclismo per me, che ho voglia di fare altro, sia un capitolo ormai chiuso". Capitolo che, come accennato, non ha lesinato né successi né cadute clamorose, con l'ombra del sospetto che si è inevitabilmente allungata su ogni risultato raccolto. "Non mi sono mai nascosto e negli anni ho incassato parecchi colpi. Ho riconosciuto i miei errori e sono andato avanti, anche perché sbagliare una volta non significa essere una cattiva persona. Non a caso - continua Riis - mi reputo un ottimo esempio per le persone, ma se sono arrivato a questa maturità devo ringraziare la mia famiglia, che mi è stata accanto anche e soprattutto durante le crisi: senza questo supporto avrei potuto fare la fine, ad esempio, di Jan Ullrich". La disamina del danese, l'ultima da appartenente al mondo del ciclismo prima di passare totalmente a quello dell'imprenditoria, si sposta sul presente e su una Jumbo-Visma forte, fortissima, ma forse aiutata anche dalla resa preventiva di molti competitor. "E' la squadra migliore in tutto, tranne nella comunicazione, nella quale potrebbe migliorare. Vedo però troppa arrendevolezza negli altri, che hanno l'onere di inventarsi qualcosa per provare a sparigliare le carte: invece non lo fanno neanche negli allenamenti".

Padun al Team Corratec-Selle Italia  

Il compito di provare a rimuovere dal trono la squadra olandese di certo non spetta al Team Corratec-Selle Italia, alle prese con un profondo restyling che finora ha portato al tesseramento, tra gli altri, dei talenti azzurri Niccolò Bonifazio, Jakub Mareczko e Kristian Sbaragli: il tutto con il grande sogno che risponde al nome di Domenico Pozzovivo. Il roster della formazione guidata da Serge Parsani, Francesco Frassi e Fabiana Luperini sale intanto a 19 unità grazie all'innesto di Mark Padun, che finora in carriera si è messo in luce principalmente al Giro del Delfinato 2021, vincendo 2 tappe.

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