Ciclismo, Alaphilippe: "Era il momento giusto per cambiare squadra"

Il francese torna sul suo passaggio dalla Soudal Quick-Step alla Tudor Pro Cycling Team, con in particolare un sogno nel cassetto: "Vorrei tanto esserci al Tour de France"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
17 febbraio 2025
Julian Alaphilippe (Ansa)

Julian Alaphilippe (Ansa)

Roma, 17 febbraio 2025 - Tra le operazioni più suggestive dello scorso ciclomercato c'è il passaggio di Julian Alaphilippe dalla Soudal Quick-Step alla Tudor Pro Cycling Team: all'apparenza un passo indietro nella carriera, ma forse non per il francese, che a distanza di mesi continua a mostrarsi entusiasta della novità.  

Le dichiarazioni di Alaphilippe

  Il classe '92 è stato intercettato dai microfoni del portale idlprocycling.com, ai quali ha rivendicato con fermezza la propria scelta. "Era arrivato il momento giusto per un cambiamento nella mia carriera. Quando ho cominciato a parlare con la Tudor Pro Cycling Team ho capito quanto veramente mi volessero e, inoltre, ho trovato una squadra sì giovane ma con alle spalle già una filosofia importante, simile alla mia. Sanno dove vogliono arrivare e quindi sono motivato e felice della mia scelta. Sono pronto per quest'avventura, che era tutto ciò che mi serviva". La luna di miele tuttora in corsa viene però oscurata da una preoccupazione che riguarda Alaphilippe e l'intera Francia, ancora ai piedi di uno dei suoi corridori più rappresentativi negli ultimi anni nonostante il recente calo: il dilemma Tour de France, legato alle assegnazioni delle wild card per una formazione, quella svizzera, che ha una licenza solo Professional. "Non possiamo pensare troppo avanti nel tempo. L'auspicio nostro è quello di partecipare a tutte le corse che desideriamo. Non nego che sarebbe fantastico andare al Tour de France con questa squadra, ma ora dobbiamo concentrarci solo sull'attualità. Innanzitutto - continua Alaphilippe - sarebbe già importante essere presenti a tutte le Classiche". E poi, passando alla Nazionale, chissà che al bis-campione iridato non facciano gola anche i suggestivi Mondiali in Ruanda. "Dicono che sarà una gara difficilissima e sappiamo che quando una corsa è così diventa terreno fertile per Tadej Pogacar. Quindi al momento non ci sto pensando. Tadej nel 2024 è stato spettacolare e sento dire che ancora non ha espresso tutto il suo potenziale. Sarà difficile batterlo e probabilmente il compito non spetterà a me. Pogacar è un fenomeno, il miglior corridore al mondo e per questo sport è un onore avere un fuoriclasse così. Detto ciò, io penserò solo a me stesso". All'orizzonte per il classe '92 c'è un triennio alla Tudor Pro Cycling Team che a sua volta fa da preludio a tanti dubbi su cosa accadrà dopo. "Vivrò al meglio stagione dopo stagione. Ho voglia di lavorare e sono motivato e a 35 anni, quando il mio contratto scadrà, sarò felice anche solo se riuscissi a stare ad alto livello. Fortunatamente però sono anche un padre e quindi ho pure altre priorità, che a loro volta mi aiutano a vivere il ciclismo con più leggerezza nonostante negli ultimi tempi io abbia vissuto diversi momenti complicati a causa di cadute e infortuni".

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