Ciclismo, Girmay: "Buon 2024, ma ora la pressione su di me è cresciuta"

L'eritreo ripercorre la sua scorsa stagione, guardando anche al futuro. E confessa: "Avevo puntato tutto sul Giro d'Italia. Poi la caduta mi ha mandato al Tour, ed è andata bene"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
27 novembre 2024
Biniam Girmay (Ansa)

Biniam Girmay (Ansa)

Roma, 27 novembre 2024 - Tra i migliori velocisti del 2024 c'è stato Biniam Girmay, nonostante la appena 5 vittorie a referto. Eppure, il peso specifico è tanto, perché 3 successi sono arrivati al Tour de France 2024, con annessa maglia verde, e non senza rimpianti per la precedente avventura al Giro d'Italia 2024 terminata a causa di una caduta. Se questi sono gli onori, gli oneri parlano di un 2025 in cui l'asticella dovrà giocoforza alzarsi.  

Le dichiarazioni di Girmay

 Intercettato ai microfoni di CyclingNews, l'eritreo ammette di sentire la pressione sulle sue spalle. "So che qualcosa sta cambiando, ma so anche di avere attorno a me tante brave persone che mi aiuteranno a gestire al meglio la situazione. L'altro lato positivo è che ciò che ho raggiunto quest'anno mi ha dato tanta fiducia per il futuro. So da dove arrivo e conosco il mio  potenziale, ma non so quanto posso vincere, specialmente al Tour de France. A me non interessa la quantità: so già di aver raccolto più di quanto avrei desiderato. Il mio obiettivo è lavorare duro e andare in bici perché se lo fai i risultati arrivano: per il resto, non ho aspettative folli su di me". Girmay torna poi sul suo 2024, tra soddisfazione e rimpianti. "A essere onesto, il mio grande obiettivo era il Giro d'Italia: l'avevo preparato benissimo e la squadra era tutta per me. Mi sentivo forte prima di iniziarlo, meglio di quanto non abbia fatto al Tour de France. Ma poi c'è stata quella caduta e sono cambiati i piani". Fatto sta che il corridore dell'Intermanché-Wanty ha ottenuto il massimo da questa variazione, che a questo punto lo obbliga a chiedere di più da sé per il 2025: a cominciare da un impegno più capillare nelle Classiche del Nord e nella conferma della maglia verde alla Grande Boucle. "L'anno scorso ho vinto quando non avrei pensato di farlo e so che questo ha cambiato tutto".

Le dichiarazioni di Pellaud

 La prossima stagione è invece ricca di punti interrogativi per Simon Pellaud, che a fine dicembre finirà il suo legame con la Tudor Pro Cycling Team (quasi) senza veleno ma anche, per ora, senza una nuova squadra. "Ho capito che il loro progetto stava cambiando e che dovevano fare spazio ai grandi nomi. Ci sono altri momenti in cui capisco meno, perché essere stato buttato fuori dalla porta non fa piacere e non me l'aspettavo. E' uno schiaffo ma, allo stesso tempo, mi sono tolto un peso". Chiusa la precedente parentesi, per lo svizzero, come confessato ai microfoni di Le Matin, il futuro è ricco di incognite. "Il World Tour non mi ispira più e quindi ci ho messo una pietra sopra, ma va bene così, perché quel tipo di ciclismo esasperato non mi piace: preferisco correre a un livello più basso, ma avere una vita privata e rendere meglio". Si chiude con una speranza, quasi una promozione delle proprie qualità. "Ho ancora qualche anno davanti a me e sto ancora in forma: non ho ancora raggiunto il mio apice e posso garantire ancora il mio amore per le fughe e la mia motivazione".

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