Ciclismo, Roglic: "Voglio vincere il Tour de France, ma non ne sono ossessionato"

Lo sloveno prova a smorzare la pressione sulla caccia alla Grande Boucle, che vedrà nell'ex compagno di squadra Vingegaard il primo rivale: "Per batterlo servono poche parole e tanti fatti"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
11 gennaio 2024
Primoz Roglic (Ansa)

Primoz Roglic (Ansa)

Roma, 11 gennaio 2024 - Con i se e con i ma non si scrive la storia: men che meno quella sportiva. Eppure, senza l'incredibile crollo avvenuto in occasione della cronoscalata a La Planche des Belles Filles nel Tour de France 2020, oggi Primoz Roglic, che fino a pochi anni fa di professione era un saltatore con gli sci, sarebbe entrato nella ristretta cerchia di coloro che hanno completato la 'tripla corona'. Quel giorno invece le cose andarono diversamente anche per merito dell'exploit di un allora sconosciuto Tadej Pogacar, che contribuì a creare nel connazionale una sorta di ossessione per la Grande Boucle.  

I dettagli

  Ma sarà proprio così? L'argomento, non a caso, è stato il primo toccato dallo sloveno nella consueta conferenza stampa di inizio stagione, la prima con addosso la livrea della Bora-Hansgrohe, che non dovrebbe essere esibita nell'imminente Tour Down Under 2024. "Credo di avere tutte le carte in regola per vincere il Tour de France e di poterlo fare senza avere paura del risultato finale: occorre solo fare del proprio meglio. Per me quella corsa sarebbe la ciliegina sulla torta e non un'ossessione che andrebbe a intaccare gli altri successi che ho ottenuto". Insomma, ancora una volta Roglic prova a smorzare la verve di quel partito che lo vede tanto forte negli altri Grandi Giri quanto fragile psicologicamente al cospetto delle difficoltà, anche mediatiche, che il Tour de France, uno degli eventi sportivi più importanti in assoluto, porta con sé. Eppure, al di là dei buoni propositi e della ritrovata fiducia nei propri mezzi a maggior ragione dopo la vittoria del Giro d'Italia 2023 scavalcando Geraint Thomas proprio alla cronoscalata decisiva, quella del Monte Lussari, per vincere il Tour de France oggi occorre mettersi dietro almeno due fenomeni: il primo risponde al nome dell'ex compagno di squadra Jonas Vingegaard, bis campione in carica. "Non c'è molto da dire o da fare: bisogna solo essere migliori di lui. Il resto sono solo chiacchiere che alla fine della fiera contano poco". La prima mossa per provare a mettere in difficoltà il danese Roglic l'ha fatto cambiando squadra: addio a quella Visma-Lease a Bike che gli ha permesso di affacciarsi sul mondo del grande ciclismo ed entrata nell'ambiziosissima Bora-Hansgrohe, data da diversa media anche a un passo dall'ingresso nella grande famiglia del colosso Red Bull. "Qui ho trovato nuovi compagni, nuove sfide all'orizzonte e nuove cose da fare: dopo tanti anni nella stessa formazione, per me è stato positivo aver cambiato. Non a caso - conclude Roglic - non vedo l'ora di allenarmi in strada con tutti, di incontrarli e di parlare con loro: proprio la strada, come sempre, ci dirà come saranno andate le cose". L'appuntamento va quindi al Tour de France 2024, che si arricchisce di un'ulteriore stella: quella di Roglic, che dovrà lottare contro tutti i fuoriclasse del panorama ciclistico e contro l'anagrafe per provare a completare la 'tripla corona'.

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