Giro del Delfinato 2023, vince Vingegaard. A Ciccone l'ultima tappa

Acuto finale dell'abruzzese, mentre la classifica generale va al danese, che fa le prove generali in vista del Tour

di Redazione Sport
11 giugno 2023
Jonas Vingegaard (Ansa)

Jonas Vingegaard (Ansa)

Roma, 11 giugno 2023 - Al Giro del Delfinato 2023 si era presentato con i galloni del favorito numero uno: Jonas Vingegaard non delude le aspettative e si aggiudica la corsa del sud-est della Francia, dove proprio in chiusura c'è gloria anche per Giulio Ciccone.

La cronaca

L'abruzzese, reduce dall'assenza forzata dal Giro d'Italia 2023 a causa della positività al Covid, si riscatta parzialmente con un acuto dei suoi nell'ultima frazione, quella che conduceva la carovana da Le Pont-de-Claix a La Bastille-Grenoble Alpes Métropole: pendenze brutali (con una media del 15% e con punte addirittura del 24%) sulle quali il corridore della Trek-Segafredo liquida gli ex compagni di fuga Julian Alaphilippe (vincitore della tappa 2 a chiusura di un periodo molto complicato) e Tiesj Benoot. Il tutto riuscendo anche a resistere al ritorno del gruppo principale, tirato dall'UAE Team Emirates di Adam Yates, a caccia della rimonta in classifica generale. L'impresa, alla luce di un gap molto ampio, è di quelle impossibili e infatti la maglia gialla resta sulle spalle di Vingegaard, il più forte che precede sul podio proprio Yates dopo aver anche incrementato il vantaggio sulle ultime rampe e il solito Ben O'Connor, curiosamente terzo anche nella scorsa edizione. Il danese, un anno fa secondo alle spalle del compagno di squadra Primoz Roglic, oggi assente giustificato dopo l'exploit al Giro, migliora invece il suo ruolino di marcia e soprattutto lancia un segnale fortissimo in ottica Tour de France 2023: il favorito numero uno, in attesa del testa a testa con Tadej Pogacar, resta il vincitore in carica.

Le dichiarazioni di Ciccone

Per una volta però Vingegaard deve cedere in parte i riflettori a Ciccone, che pensa già alla Grande Boucle. Ma non solo. "Innanzitutto devo sposarmi: poi mi concentrerò sul Tour, ma prima ancora sarò anche ai campionati italiani". Questione di priorità per un corridore che non si spaventa davanti alle sfide più dure. E non ci si sta riferendo all'imminente scambio di fedi all'altare. "Gli ultimi metri oggi sono stati terribili e molto lunghi. C'era tanta gente e quindi è stato anche bello. Il momento migliore è stato quando mi sono girato e non vedevo nessuno: in quell'istante ho capito che avevo un buon margine e quindi sono andato dritto fino al traguardo". La felicità e la soddisfazione dell'abruzzese, che strappa una vittoria di prestigio in una corsa notoriamente molto ostile verso i colori italiani, vengono un po' smorzate quando il pensiero torna all'amarezza per aver dovuto saltare il Giro, che tra l'altro partiva dalle strade di casa. "Ho contratto il Covid e sono stato una decina di giorni senza poter toccare la bici. Poi ho ripreso ad allenarmi e sono venuto al Delfinato con il pensiero del Tour fisso nella mia mente: giorno dopo giorno ho visto che la mia condizione cresceva e quindi sono contento di aver chiuso in bellezza questa corsa vincendo una tappa".

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