Giro Next Gen 2023 al via: i tanti azzurri da tenere d'occhio
Si avvicina il primo colpo di pedale della corsa dedicata ai giovani, in partenza l'11 giugno: dopo un lungo digiuno l'Italia sogna in grande grazie a diversi talenti
Roma, 9 giugno 2023 - Dal 'vecchio' Giro d'Italia Under-23 al Giro Next Gen: una delle principali corse dedicate ai giovani cambia nome, volto, organizzazione e soprattutto aspettative per un ciclismo azzurro che prova lentamente ma inesorabilmente a rinascere dopo anni piuttosto bui.
Segnali di rinascita
Basti il lunghissimo digiuno dall'ultima vittoria per avere un quadro ancora più nitido delle difficoltà del movimento nostrano: è dal 2011, anno del trionfo di Mattia Cattaneo, che nessun italiano si aggiudica questa competizione che funge da trampolino di lancio per carriere molto brillanti. Da allora a referto giusto qualche piazzamento e tante aspettative, più o meno mantenute, ma nulla che facesse davvero sognare in grande una nazione che auspica il ritorno ai vecchi fasti principalmente per quanto riguarda le corse a tappe. Qualche riscontro positivo si è già avuto nel recente Giro d'Italia 2023: tra Filippo Zana, Marco Frigo e il già conosciuto Lorenzo Fortunato qualcosa si muove. Ci sarebbe poi anche Antonio Tiberi, la cui carriera ha accusato una battuta d'arresto a causa di un fatto di cronaca nera: adesso per il corridore laziale, dopo il divorzio dalla Trek-Segafredo, si sono aperte le porte della Bahrain Victorious, dove milita Jonathan Milan, che a detta di molti nel giro di pochi anni potrebbe diventare uno dei velocisti più forti al mondo. Ulteriore linfa al movimento azzurro potrebbe arrivare dal Giro Next Gen 2023, in programma dall'11 al 18 giugno: specialmente in un'edizione che, dopo anni decisamente più grigi, si preannuncia interessante per il ciclismo italiano.
Gli azzurri da seguire
I profili da seguire infatti non mancheranno. Si comincia da Giulio Pellizzari, classe 2003 in forza alla Green Project-Bardiani-CSF-Faizanè che ha già all'attivo una (breve) carriera da professionista, con tanto di successo sfiorato al Tour of the Alps 2023: il modello dello scalatore marchigiano si chiama Chris Froome, una garanzia di ambizione. Impossibile non prestare attenzione anche a Francesco Busatto, classe 2002 con alle spalle già una prima bella fetta di storia: il corridore veneto, forse più indicato per le Classiche che per le corse a tappe, è stato infatti il primo italiano a vincere la Liegi-Bastogne-Liegi Under-23. Al terzo posto in questa competizione si è piazzato Davide De Pretto, ancora più esplosivo in salita anche grazie al ciclocross, un settore che negli ultimi anni ha forgiato la tempra di diversi fuoriclasse (anche) su strada. Si resta in casa Green Project-Bardiani-CSF-Faizanè con Alessio Martinelli, già professionista ma desideroso di mettersi in gioco nella categoria inferiore per provare a mostrare definitivamente le sue tante qualità. Un discorso che si può estendere a diversi altri corridori italiani anche più giovani, che nei rispettivi ambiti stanno lanciando tanti segnali di rinascita di un movimento che paga la propria colpevole incuria nei confronti dei talenti in erba, che tuttora sono comunque spesso costretti a diventare dei 'semplici' gregari negli squadroni World Tour senza poter avere la chance di mettere in mostra il proprio talento.
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