Giro d'Italia 2024, l'ammissione di Ciccone: "Correrò per fare classifica"

L'abruzzese rinato dopo la maglia a pois al Tour de France 2023: "So che esistono dei fuoriclasse come Pogacar, ma io mi sento uno dei migliori tra i corridori normali"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
5 gennaio 2024
Giulio Ciccone (Ansa)

Giulio Ciccone (Ansa)

Roma, 5 gennaio 2024 – Il Giro d'Italia 2023, che tra l'altro partiva dal suo Abruzzo, era stato costretto a saltarlo per la positività al Covid, riuscendo comunque a rifarsi conquistando la maglia a pois al Tour de France 2023: nella prossima edizione, in partenza il 4 maggio da Venaria Reale, Giulio Ciccone si vuole riprendere tutto con gli interessi, non ponendo limiti alle proprie ambizioni.

I dettagli

Intercettato dai microfoni di In de Leiderstrui, il corridore della Lidl-Trek ha innanzitutto commentato la decisione presa, di concerto con la propria squadra, sul Grande Giro da disputare: decisione, a quanto pare, più combattuta del previsto e forse neanche del tutto definitiva. "A fatica abbiamo deciso di dare la priorità al Giro d'Italia e soltanto dopo la tappa di Roma valuteremo il da farsi. Mi prenderò una settimana di tempo e in base a come starò valuterò se fare anche il Tour de France o meno. L'unica certezza ad oggi è che al primo posto metto la Corsa Rosa, alla quale andrò per fare classifica e che, eventualmente, alla Grande Boucle andrei da gregario per ripagare i compagni di quello che hanno fatto per me l'anno scorso". Insomma, in un colpo solo Ciccone smentisce tutti coloro che, a cominciare da se stesso, lo vedevano ormai come un corridore da corse di un giorno o un 'semplice' cacciatore di tappe. Invece, il pensiero di provare a entrare nel lotto dei grandissimi del prossimo Giro c'è, eccome: seppur con un ostacolo bello grosso all'orizzonte. "Per me 70 km complessivi a cronometro sono tanti: sarà un'ulteriore sfida per me e per la squadra. Sono già felice dei miei progressi: al 2023 avevo chiesto di tornare a essere un buon corridore e di vincere un corsa, mentre nel 2024 vorrei dimostrare di essere adatto a fare classifica al Giro d'Italia. Sarà difficile - ammette l'abruzzese - ma l'opportunità sul tavolo è troppo grande per non essere sfruttata". Curiosamente, il classe '94 riscopre le velleità di classifica generale nella Corsa Rosa nel momento in cui un certo Tadej Pogacar, non esattamente un avversario come gli altri, annuncia il suo debutto sulle strade d'Italia. "E' chiaro che nel ciclismo di oggi ci sono corridori a un altro livello rispetto al resto del gruppo: penso anche a Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e pure a Sepp Kuss. Hanno un motore diverso e una classe superiore, ma alle loro spalle c'è un folto drappello di corridori che possono comunque ben figurare. Non so dove posso arrivare a livello di piazzamento, ma ho la certezza di poter essere competitivo". Merito di un carattere, in bici e non solo, non da tutti. "Mi piace molto attaccare e correre in modo aggressivo, andando in fuga e mettendo in mostra le mie qualità. Nel ciclismo di oggi però non si possono sprecare tante energie. Questo - ammette Ciccone - è sempre stato il mio limite: tentare azioni stupide che poi mi hanno negato tanti risultati. Adesso però dovrò essere più intelligente e provare a correre al risparmio".

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