Mondiali di Zurigo 2024, Vine cade nella cronometro e riparte (sanguinante): "Colpa mia"

L'australiano, quinto al traguardo, 'scagiona' il tracciato della prova contro il tempo vinta da Evenepoel e molto criticato alla vigilia per una discesa a imbuto

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
23 settembre 2024
Jay Vine dopo la caduta ai Mondiali (Ansa)

Jay Vine dopo la caduta ai Mondiali (Ansa)

Roma, 23 settembre 2024 - La storia si ripete (quasi) integralmente: un anno fa, seppur nella cornice degli Europei, era stato Stefan Kung a tagliare il traguardo in una maschera di sangue dopo una terribile caduta a causa dei piedini delle transenne. Si passa al 2024 e al Mondiale ma di mezzo ci sono sempre una cronometro e un viso irriconoscibile dopo un tonfo che stavolta non è stato immortatlo dalle telecamere: Jay Vine finisce rovinosamente a terra in una curva in discesa ma decide di proseguire nella sua azione, avendo anche la lucidità a fine giornata di masticare amaro per il bronzo (poi andato a Edoardo Affini, con Filippo Ganna e soprattutto Remco Evenepoel a completare il podio) sfumato così.  

I dettagli

  Il primo pensiero potrebbe andare a quanto detto da più bocche un anno fa all'indomani della caduta di Kung, per la verità più grave e dalle conseguenze (anche visibili a occhio nudo) più serie: in certi casi, quando il corridore torna in sella in piena trance agonistica, per la sua stessa sicurezza sarebbe bene fermarlo, con le buone o con le cattive. Ancora una volta invece a spuntarla è la volontà dell'atleta, che in questo caso completa la prova e porta a casa anche un ottimo quinto posto, specialmente se si ricorda quanto accaduto sulle strade di Zurigo o, mesi prima, al Giro dei Paesi Baschi 2024. Quel giorno, nell'ormai famigerata caduta collettiva, si parlò tanto dei big finiti sull'asfalto (Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Remco Evenepoel), con conseguenze più o meno serie: la peggio però la ebbe proprio Vine, costretto a rimanere allettato per settimane. Il corridore dell'UAE Team Emirates si è ristabilito, disputato anche una buona Vuelta 2024, e mettendo nel mirino proprio la prova contro il tempo iridata, con l'obiettivo di portare a casa una medaglia. Le speranze, almeno guardando i dati del primo intermedio (per lui il terzo tempo), sembravano fondate. Poi la caduta, non ripresa dalle telecamere così come l'intera discesa a imbuto, molto criticata alla vigilia della gara e poi 'sparita' dai radar visivi. Gli ostacoli per i corridori c'erano ancora, eccome, e proprio Vine ne ha fatto le spese, masticando amaro sul proprio profilo Instagram per quanto lasciato sull'asfalto a livello di tempo (e di sangue per il vistoso taglio alla fronte che ha richiesto dei punti di sutura). "E' straziante pensare a cosa poteva essere. Un errore stupido in una sezione non tecnica del percorso potenzialmente mi è costata la medaglia di bronzo. Purtroppo sono entrato in una curva più velocemente di quanto fatto nella ricognizione e sono finito a terra. Rimpiangerò per un po' questo errore, che mi ha spezzato il cuore. Il quinto posto è comunque un ottimo risultato - conclude Vine - ma ora sono distrutto". Insomma, l'australiano carica su di sé tutte le responsabilità di quanto accaduto, senza tirare in ballo un tracciato criticato da molti: la medaglia iridata non è arrivata, ma quella dell'eleganza e della sportività decisamente sì.

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