Giro d’Italia 2023: le pagelle alla prima pausa. Chi sono i nuovi favoriti dopo il ritiro di Evenepoel

Attenzione ai due capitani della Ineos, il team che meglio di tutti sa come si vincono i grandi giri. Roglic in posizione di sparo, la sua preferita

di ANGELO COSTA -
15 maggio 2023
Primoz Roglic

Primoz Roglic

Roma, 15 maggio 2023 - Nove tappe consegnate alle statistiche ed è già tempo di un primo mini-bilancio al Giro d'Italia 2023. Il colpo di scena del ritiro per Covid di Evenepoel ha rimesso in discussione la griglia dei favoriti dell'edizione numero 106 della corsa in rosa, ma ancora tutto deve accadere. Ecco le pagelle dopo la prima settimana di Giro.

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10 alla INEOS. Agguanta la maglia rosa a tavolino, ma era già in ottima posizione per farlo anche con Evenepoel in corsa. Ha due capitani (Thomas e Geoghegan Hart) in ottima salute, sta benone anche chi li deve aiutare: è il team che meglio di tutti sa come si vincono i grandi giri, forse è la volta buona per tornare a farlo dopo due anni.

8 a PRIMOZ ROGLIC. Con tutto quel che ha passato alla vigilia, perdendo per Covid ben tre pilastri della squadra, ha scelto di correre con pazienza, risparmiando al massimo le energie sue e dei compagni. Non è sembrato subito brillante, ma nemmeno distante dagli altri: è in posizione di sparo, la sua preferita.

7 a REMCO EVENEPOEL. Due crono vinte, quattro giorni in rosa, prima dell’addio per Covid. Come corridore, nessun dubbio: ha recitato da primattore. Come personaggio, molti dubbi: l’uscita di scena, dopo due giornate non al top, non convince. Una domanda: perché tanta fretta nel salutare la corsa quando c’era tutto il tempo (e un giorno di riposo) per affrontare il caso e magari riprendersi?

7 a DAMIANO CARUSO. Zitto zitto, correndo nell’ombra, è ancora lì davanti, non lontanissimo da quelli che si giocano il Giro, col vantaggio di avere davanti a sé terreno favorevole. Dalla sua ha la regolarità e, soprattutto, l’esperienza, che gli permetterà di spendere energie solo quando è il momento di farlo.

7 ai TEAM ITALIANI. Vittoria di tappa della Eolo con Davide Bais, vittoria sfiorata sia per la Corratec che per la Green Project Bardiani Csf. Strano destino quello dei team invitati: provando più di tutti ad agitare la corsa, dimostrano coi fatti che i veri imbucati sono altri.

6 a JOAO ALMEIDA. Guida un’altra delle squadre che, correndo a fari spenti, si mantiene in zona alta con due uomini: uno è il portoghese, che senza strafare è in scia alla crema della corsa, l’altro è il campione del ciclismo virtuale Vine, pronto a stupire sulle salite o a diventare il migliore degli appoggi per il suo capitano.

4 al METEO. Mai visto un maggio così umido, mai visto un Giro così bagnato. E’ vero che non ci sono più le mezze stagioni, in compenso il tempo continua a fare scherzi: dopo tante giornate sotto l’acqua e con la prospettiva di altro maltempo alle porte, che nel giorno di riposo ci sia il sole è la peggior beffa.

2 al COVID. Due come quelli che spedisce a casa dopo la crono (Evenepoel e Uran), facendo salire a sei i casi in corsa dopo i quattro della vigilia. Può essere il fattore sorpresa di questa edizione, ammesso che si tratti di un problema serio e non di una scusa per giustificare un rendimento scadente.

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