Pogacar: "Potrei vincere i tre Grandi Giri un anno, ma non voglio farmi nemici"

Lo sloveno si apre al quotidiano Siol, ammettendo che la scelta per il 2025 non è stata ancora fatta: "Ne correrò due: per il resto l'UAE Team Emirates è competitiva anche senza di me"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
21 ottobre 2024
Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Roma, 21 ottobre 2024 - Tutti pazzi per Tadej Pogacar, l'oggetto del desiderio per eccellenza del 2025: l'ultimo a esporsi in tal senso è stato Javier Guillen, il direttore della Vuelta che, forte del fatto che il suo sia l'unico Grande Giro che manca all'appello per completare la Tripla Corona, si è detto fiducioso di avere l'anno prossimo al via lo sloveno, che dal canto suo al momento non ha ancora le idee chiare su quello che sarà.  

I dettagli

Intercettato dal giornale sloveno Siol, Pogacar è stato subito sollecitato sul pensiero stupendo balenato nella testa di molti anche fino a pochi mesi fa: correre tutti i Grandi Giri in un anno magari per vincerli di fila, come mai riuscito a nessuno. "Potrei farlo quando sarò più grande: non mi entusiasma non fare qualcosa per molto tempo. L'anno prossimo, per esempio, ne correrò ancora due, ma per il futuro non escludo alcuna possibilità. Potrei non farli più o provare a vincerli tutti, che penso sia un'impresa possibile, ma preferisco avere rispetto per i miei compagni perché in casa UAE Team Emirates c'è la possibilità di fare bene anche senza di me. Non mi piace l'idea di essere avido e crearmi dei nemici in casa". Insomma, aveva ragione Geraint Thomas quando, nel suo podcast, aveva affermato che l'idea della tripletta da fare nello stesso anno, magari proprio nel 2024, era stata scartata dallo sloveno per evitare di farsi terra bruciata nel gruppo e soprattutto nella sua squadra ma, come affermato dal diretto interessato ai microfoni di Siol, questa teoria vale per oggi e non è detto che resti in piedi anche in un futuro oggi molto nebuloso: il punto è che neanche a breve termine Pogacar, oggi meritatamente in vacanza, sa cosa farà e probabilmente è giusto così, specialmente ora che i percorsi dei Grandi Giri sono ancora tutti ignoti. Difficile immaginare oggi un Tour de France, l'élite del ciclismo, senza Pogacar: probabile quindi che la scelta sia ristretta, come in effetti accade ogni anno, a Giro d'Italia e Vuelta. "La maglia rosa e quella gialla sono belle, ma le puoi indossare solo per tre settimane: quella iridata la porti in ogni corsa e tutti sanno che sei il campione del mondo". Lo sloveno si mostra ancora soddisfatto per il risultato raggiunto a Zurigo, l'ennesimo acuto di un movimento ciclistico in costante crescita. "Spero che tutta la nostra gente si sia resa conto di quello che stiamo facendo. In principio c'era solo Primoz Roglic, poi siamo arrivati io, Matej Mohoric, Jan Tratnik e Domen Novak. Stiamo crescendo come Nazionale e lo sto facendo anch'io, che fino a poco tempo fa non mi sentivo totalmente parte di questo progetto. Avevo la sensazione - conclude Pogacar - che i tifosi sloveni non mi vedessero come uno di loro perché vedevo tanti commenti negativi su di me, anche sui social: oggi le cose vanno molto meglio".

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