F1, i segreti della nuova Ferrari SF-24 e il confronto con la Red Bull

Gli ingegneri hanno puntato su stabilità e maneggevolezza con qualche rinuncia aerodinamica

di FILIPPO MONETTI -
2 marzo 2024
La nuova Ferrari F-24

La nuova Ferrari F-24

Maranello 29 febbraio 2024 - La Ferrari insegue la Red Bull in pista, ma la macchina è tutta farina del sacco degli ingegneri in rosso. L'obiettivo era quello di seguire la filosofia tracciata dalla SF-23 adattandola maggiormente alle esigenze dei piloti, fornendo loro una monoposto più maneggevole, che potesse mettere in evidenza il loro talento. L'idea del Cavallino Rapante, dopo i primi test e le primissime libere, sembrano essere stata tramutata in pista in una macchina agile, capace di far funzionare ogni tipo di mescola. Il lavoro dello sviluppo della macchina dello scorso anno si è concentrato sugli elementi che la rendevano nervosa e instabile.  

Il telaio è realizzato in materiale composito a nido d'ape in fibra di carbonio con protezione "halo" e, a differenza dello scorso anno, ha cambiato in maniera importante la conformazione di pance e zona abitacolo. La forma dell'auto complessiva è più snella rispetto a quella dei rivali di Red Bull. La Rossa ha avvicinato la forma delle proprie prese d'aria a quella dei campioni del mondo in carica, ma non ha snaturato la propria idea di macchina, per inseguire il Toro guidato da Verstappen

Le bocche dei radiatori laterali sono più pronunciate nella vettura di Maranello, mettendo molto peso in basso, dando tanta stabilità all'auto sacrificando un po' la componente aerodinamica. Non solo questo, nella zona dietro la testa del pilota Red Bull presenta altri due radiatori, mentre la Ferrari delega questo compito solo alle pance laterali, culminando anche con una "airscope" (la presa d'aria sopra la testa del pilota) triangolare e molto più piccola rispetto a quella tonda e di dimensioni superiori della scuderia di Milton Keynes. 

Un'altra differenza sostanziale della Rossa rispetto ai principali rivali per il titolo è la scelta per le sospensioni posteriori. La Ferrari è l'unica squadra ad avere due sistemi diversi per le sospensioni anteriori e quelle posteriori, utilizzando uno schema a puntoni (push-rod) per quelle davanti e uno a tirante per quelle dietro (pull-rod). Questo garantisce un baricentro più basso della macchina, tenendola incollata all'asfalto e migliorando la gestione del carico, fornendo stabilità e maneggevolezza. Al tempo stesso però permette meno variazioni aerodinamiche, portando in certe situazioni ad avere meno velocità in curva.

In sostanza la filosofia della Ferrari è in netto contrasto con quella della Red Bull. Il genio di Adrian Newey ha insistito sull'estremizzazione dei concetti vincenti dello scorso anno. Una scommessa forte sul talento cristallino di Verstappen, capace di gestire una macchina anche molto nervosa, spingendola oltre i propri limiti. Anche la Rossa di Maranello si può dire che abbia scommesso sui propri piloti, fornendo loro una machina più facile da gestire, al netto di qualche piccola rinuncia aerodinamica, che potrebbe aver lasciato qualche centesimo in galleria del vento, senza portarlo così sull'asfalto.

A livello tecnico motoristico la SF-24 ha una Power Unit dalla cilindrata di 1600 centimetri-cubici, capaci di spingersi fino a un massimo di 15.000 giri. Come da regolamento il motore V6 è sovralimentato da un turbo singolo, mentre la portata del serbatoio, uguale per tutti i team, ha un limite massimo di 100 kg/h nel flusso. Il sistema ibrido ERS ha un sistema di recupero dell'energia con motogeneratori elettrici e ha un pacchetto di batterie in ioni di litio dal peso minimo di 20 kg. Le ruote anteriori e posteriori sono da 18'', mentre il peso complessivo della vettura di Maranello, compreso di acqua, olio e pilota, è di 798 kg. Cambio longitudinale Ferrari a 8 marce, più la retro e i freni a disco autoventilanti in carbonio forniti da Brembo completano il nuovo bolide rosso che Charles Leclerc e Carlos Sainz proveranno a riportare sul tetto del Mondo, a caccia di un titolo che a Maranello manca ormai da 17 anni (Raikkonen 2007).

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