Addio a Primo Bandini. Campione e guerriero
Il pugile forlivese si è spento ieri a 72 anni. Grande talento a livello giovanile, da professionista vinse il titolo italiano nel 1974 e quello europeo nel 1977.
Ci ha lasciato un altro grande guerriero, che ha fatto conoscere il nome dello sport forlivese ben oltre l’Europa. Primo Bandini, pugile per indole e poi per professione, infine grande tifoso, è scomparso ieri pomeriggio. ‘Maremot’ ci mancherà. Non vedremo più quel suo sorriso aperto che incontravamo in centro città. Non stringeremo più quella mano forte che malmenava l’impasto quando esecitava con passione il mestiere del pizzaiolo. Non sentiremo più i suoi salaci commenti su qualche campione del momento.
Bandini era nato a Dovadola (dov’è nato anche Valerio Nati, suo amico di sempre) il 5 settembre del 1952. Si interessa al pugilato a 14 anni. Indossa la maglia dell’Edera Boxe e poi sotto la guida del maestro Loris Laghi la passione esplode a 16, quando mette a segno il primo risultato eclatante: come ‘novizio’ disputa 17 match in 7 mesi e Boxe Ring, organo ufficiale della Fpi, lo segnala e si complimenta.
Primo è una macchina da pugni. Superleggero coraggioso e astuto, non lascia spazio agli avversari. Raccoglie tra il 1970 e il 1972 una lunga serie di vittorie ma il suo momento più alto la raggiunge ai Campionati Italiani del 1973 a San Benedetto del Tronto, quando conquista la medaglia d’argento battuto in finale dal foggiano Giuseppe Russo con un verdetto ai punti che grida ancora vendetta. È chiamato agli stage della nazionale e combatte due volte in azzurro.
All’inizio del 1974 stacca la tessera da professionista e il forlivese Giorgio Bonetti è bravo a metterlo sotto contratto proprio quando un ‘certo’ Umberto Branchini si stava interessando a lui. L’8 febbraio l’esordio a Forlì contro Valdameri. Il risultato? Ko al primo round. Bandini, che grazie a Bonetti entra sotto la tutela del concittadino promoter Pino Ragni, vince prima del limite i primi 5 match. Raccoglie applausi a Bologna e Milano.
A Forli il 14 febbraio del 1974 diventa campione Italiano dei superleggeri battendo l’esperto Romano Fanali. Dopo aver difeso a Rimini il titolo contro Pinna, la prima sconfitta della carriera, in Australia a Brisbane, dove lo aspettava una bella borsa, ma anche l’idolo locale Andy Broome che non avrebbe mai potuto perdere. La carriera di ’Maremot’ ha spiccato il volo. Viene inserito nel ranking Europeo.
Il 1977 è l’anno più importante, tra gioie e dolori. Per la prima volta un pugile forlivese conquista il titolo europeo. In agosto con un’Arena lungomare di Rimini stracolma a fare da cornice, si svolge la sfida Ebu per il titolo superleggeri vacante tra lui e il campione francese Jean Baptiste Piedvache, che ha 48 match e la fama di pugile scorretto. Bandini di match ne ha 22 e parte subito all’attacco, peccando di generosità. Il francese tra gomitate e testate insanguina il viso di Primo e al sesto round l’arbitro ne ha abbastanza: squalifica Piedvache e Bandini campione d’Europa.
Si gode il grande successo, però, solo per quattro mesi. La rivincita si svolge a Parigi e Bandini non ha ancora smaltito le emozioni e le ferite del primo match. Un colpaccio maledetto al primo round e il forlivese mette il ginocchio a terra. Non ne ha più.Non manca nemmeno la beffa: in quella dannata serata gli rubano anche il portafoglio con una somma cospicua. . Finisce qui la carriera di Bandini , ma onore al suo merito di guerriero indomito.
Ieri l’ultimo ‘match’. Lascia la moglie Anna, il figlio Mirco e le nipotine Nicole e Stefania.
Flavio Dell’Amore
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