Benito Paolucci, ex capitano dei Pumitas, è il nuovo Diavolo del Valorugby

Benito Paolucci, terza linea-centro italoargentina, è il nuovo acquisto del Valorugby. Originario di Buenos Aires, ha giocato nel mondiale con i Pumitas U20 nel 2015. Laureato in marketing, desidera crescere in Italia. Talento, leadership e voglia di fare per rafforzare un reparto fondamentale.

28 giugno 2023
Benito Paolucci, ex capitano dei Pumitas, è il nuovo Diavolo del Valorugby

Benito Paolucci, ex capitano dei Pumitas, è il nuovo Diavolo del Valorugby

È l’ex capitano dei Pumitas il nuovo Diavolo, secondo acquisto del Valorugby: Benito Paolucci, terza linea-centro italoargentina, è arrivato due anni fa in Italia, a Perugia, per poi trasferirsi a Viadana dove ha giocato lo scorso campionato.

Paolucci, 27 anni, originario di Buenos Aires, ha iniziato a giocare a sei anni. È

cresciuto con la maglia del Club Atletico San Isidro per il quale ha indossato la fascia da capitano e disputato il mondiale con i Pumitas U20 nel 2015 in Italia, riuscendo a segnare ben due mete agli All Blacks poi campioni del mondo. Benito è laureato in marketing. Proprio il desiderio di proseguire gli studi universitari nel paese d’origine della sua famiglia l’ha portato in Italia. Dopo una laurea in marketing digitale conseguita in Argentina, il giocatore ha deciso di intraprendere il percorso magistrale nel nostro paese. "Sono un giovane ambizioso e la scelta di Reggio è coerente al desiderio di continuare a crescere – spiega il nuovo Diavolo - Valorugby è uno dei tre club più forti d’Italia e qui il mio percorso può fare un ulteriore salto di qualità. Da parte mia c’è la voglia di dare tutto in campo, allenarmi, lavorare tanto, per raggiungere risultati positivi. Tra l’altro ritrovo il mio amico Santiago Resino e dopo averla visitata, posso dire che la città è molto bella".

"Benito è un ragazzo di esperienza, ha vestito in più occasioni la fascia di capitano. Ha talento, leadership, e tanta voglia di fare – dice Roberto Manghi - sarà importante per tutto il gruppo. È quella terza linea forte, di cui avevamo bisogno per rafforzare un reparto fondamentale in tutte

le partite, per ottanta minuti".

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