Bollate, la capitale del softball. Il paese che vive la favola scudetto
Coach Arocha: "Cammino straordinario, orgoglioso della squadra". Record: 29 successi nella stagione regolare
di Alessandro Stella
La regina indiscussa si è ripresa il suo trono. Quattro anni dopo l’ultima volta l’Mfk Bollate torna Capitale d’Italia del softball. Il quattordicesimo Scudetto, conquistato domenica al termine di una palpitante serie finale (3-2 complessivo) contro le cugine di Saronno, è la dimostrazione che il titolo di Serie A1 e il club rossoblù sono destinati a ritrovarsi sempre.
Il dominio assoluto degli anni settanta, con otto campionati vinti tra il 1972 e il 1983, è forse qualcosa di irripetibile visto quanto la concorrenza è aumentata negli ultimi decenni, ma in Italia se pensi al softball pensi al Bollate. Un paese nell’hinterland di Milano dove questa disciplina èamata da tutti. E se pensi al Bollate pensi di riflesso alla famiglia Soldi. Lo storico club citadino infatti è stato fondato nel 1969 da Luigi Soldi e poi è sempre stato guidato da questo "clan" tutto lombardo. I 7 figli di Luigi (4 maschi e 3 femmine) hanno portato avanti negli anni il gioiello costruito da padre, prima come giocatori della squadra rossoblù e poi come allenatori, dirigenti e pure come presidenti con l’attuale numero 1 Guido Soldi che di fatto ha sempre rappresentato la vera anima del club. Quattro fratelli su sette, tra cui Guido, sono inseriti nella Hall of Fame e il loro nome è conosciuto anche ben oltre l’Italia.
Tornando all’annata appena finita, lo Scudetto di pochi giorni fa è frutto di una cavalcata inarrestabile. Dalla Regular Season dominata con 29 vittorie e soli 3 ko, passando alla semifinale vinta con un netto 3-0 complessivo con Pianoro. In finale l’imprevedibilità dello sport ha rischiato di riservare a Bollate una clamorosa beffa proprio nella sfida più importante e sentita. Il derby con Saronno -che tra Serie A1 e finale di Coppa Italia ha inflitto all’Mfk ben cinque delle sei sconfitte stagionali- ha visto Bollate andare sul 2-0 nella serie, prima di subire un clamoroso pareggio. Ma domenica, ad Ospiate, è arrivato il successo decisivo e liberatorio, che ha permesso a Bollate di vendicare la finale Scudetto persa proprio con Saronno nel 2022 e di tornare a festeggiare un titolo davanti al suo pubblico per la prima volta dal 1996.
Artefice del successo è stato anche l’head coach Eduardo Arocha. Il vincente tecnico venezuelano era sulla panchina di Saronno due anni fa, nella stagione in cui la Inox realizzò il triplete dominando in Italia e in Europa. E oggi invece Arocha, che proprio dopo quel triplo trionfo decise di cambiare club, festeggia il suo primo trofeo a Bollate: "Questa squadra ha dimostrato di avere carattere e determinazione. Siamo riusciti a mantenere alta la concentrazione in una serie finale combattuta. Sono orgoglioso del lavoro di tutte le ragazze, è stata una stagione straordinaria".
Società presente, allenatore di alto livello ma ovviamente gran parte del lavoro è stato eseguito da chi è sceso in campo. Un team composto da 17 ragazze, di cui ben 16 italiane a cui si affianca la giapponese Eguchi, eletta Mvp dell’intera finale. Sei di queste giocatrici -Longhi, Cecchetti, Koutsoyanopulos, Nicolini, Bigatton e Silvia- sono da anni anche nel giro della Nazionale italiana e a inizio settembre hanno vinto gli Europei. Nel 2025, salvo rivoluzioni, Bollate sarà ancora la squadra da battere.
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