Galanti, il corridore che non si stanca mai : "La vera vittoria è conoscere gli altri atleti"

Ultra runner L’imolese di 49 anni si è aggiudicato la prestigiosa ’Corsa della Bora’ di 164 chilometri in 20 ore e 51 minuti

di MATTIA GRANDI
12 gennaio 2024

Galanti, il corridore che non si stanca mai : "La vera vittoria è conoscere gli altri atleti"

Un’altra impresa da copertina per l’ultra runner imolese Manuele Galanti che si è aggiudicato la ‘Corsa della Bora’. Una gara massacrante che attira da sempre molti appassionati di trail running lungo quel percorso snodato tra l’Italia e la Slovenia. Un tragitto caratterizzato da scenari spettacolari e continue variazioni di panorama tra monti e sfondo mare.

Galanti, già protagonista di gesta sportive memorabili sulla lunga distanza nel deserto dell’Oman e nella piana artica della Svezia, ha scelto di confrontarsi con l’opzione più dura e lunga della competizione: l’iper trail a tappe con navigazione Gps e senza alcun tracciamento dell’itinerario.

Una sorta di sfida con se stesso dopo i gettoni di partecipazione collezionati in passato tra i quali spicca, nel 2020, l’iper trail da 180 chilometri e 9.000 metri di dislivello in tappa unica in compagnia di altri runner. Una spedizione da decimo posto assoluto con un tempo di 41 ore. Quest’anno, invece, Galanti è partito il 2 gennaio dal castello di Ljubljana, su un tragitto articolato in cinque tappe, per raggiungere il giorno dell’Epifania le Falesie di Duino.

Una missione da 164 chilometri e 6.500 metri di dislivello che ha chiamato a raccolta 25 atleti provenienti da ogni angolo del globo. Una prova davvero massacrante, durante la quale i protagonisti hanno affrontato diverse condizioni meteo come sole, pioggia, vento e gestito al meglio l’imprevisto fango, con la possibilità di fare sosta in alcuni rifugi sloveni.

Galanti, sempre più runner di riferimento dello scenario estremo, ha dominato fino dalle battute iniziali concludendo la competizione al primo posto con un tempo di 20 ore e 51 minuti: "Prediligo le corse a tappe perché ho modo di vivere appieno il paesaggio che mi circonda – ha confidato al termine dell’impresa il super atleta imolese –. Mi sono emozionato passando per sentieri che avevo calcato di notte nelle precedenti edizioni. La luce del giorno restituisce sfumature e profumi amplificati".

E ancora: "La pioggia non ci ha dato tregua, ma non mi ha infastidito nella corsa – aggiunge il 49enne –. Il terreno della Bora mi è congeniale e l’organizzazione si è confermata ai massimi livelli con volontari sorridenti e ristori da gran gourmet".

Un sigillo che si somma al già ricco palmares: "La vera vittoria è quella di conoscere altri atleti che vantano differenti approcci sportivi (c’era anche un top runner sloveno che ha corso scalzo, ndr) – conclude il campione imolese –. Ora sono impegnato nella programmazione di un viaggio molto speciale: il Cammino di Santiago di Compostela spingendo la carrozzina di una ragazza disabile per tutti gli 800 chilometri. Io ci metterò le gambe e lei il cuore".

Un binomio perfetto, da sempre vincente.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su