Galappennino: la regina incanta il PalaGhiaccio
Carolina Kostner e una coreografia dedicata alle giovani generazioni: "Ai ragazzi dico di trovare la forza dentro di loro e credere nei sogni"
Con una coreografia dedicata alle giovani generazioni, la regina del pattinaggio italiano, la più medagliata di tutti i tempi, ha scaldato il cuore di chi ieri sera si è seduto sugli spalti del PalaGhiaccio di Fanano. "Respirate il mio sogno e rendetelo il vostro. Questo è il mio passaggio di consegne ai ragazzi di oggi: credete nei vostri sogni, nonostante le difficoltà; se ce l’ho fatta io adesso ce la potete fare anche voi". Carolina Kostner, una campionessa anche fuori dalla pista, quando al termine del Galappennino si è fermata a firmare autografi e fare fotografie.
Il Palaghiaccio ha fatto il ‘tutto esaurito’ per il tradizionale appuntamento d’inizio anno. Tantissimi turisti durante le festività natalizie.
"Bisogna fare un grandissimo applauso alla società e a ragazzi che tutti i giorni si impegnano a portare avanti l’attività".

Però è dura per l’Appennino, vista la concorrenza con le località più blasonate delle Alpi. "Non è semplice, ma non è mai semplice. Anche io sono cresciuta in un piccolo paese, lontano dalla città. E anche io ho iniziato ad allenarmi da piccolina".
Ai ragazzi che scelgono di avvicinarsi a questa disciplina cosa consiglia?
"Dico sempre che devono trovare la forza dentro di loro, non aspettando che la vita o qualcuno gli regali il loro sogno. Nello sport, come anche in tanti altri ambiti della vita, bisogna rimboccarsi le maniche per raggiungere gli obiettivi personali. Devono ambire alla miglior versione di loro stessi, e questo li renderà molto più orgogliosi della strada che avranno fatto".
Lo dice la campionessa mondiale e più volte campionessa europea e nazionale.
"Quando ho vinto la medaglia delle Olimpiadi nel 2014, sognata da tantissimi anni, pensavo che portandola al collo mi sarei sentita diversa. Invece mi sono resa conto che in realtà ero molto più orgogliosa del percorso che avevo fatto per arrivare fino a quel punto. Non è tanto importante quale medaglia ottieni, ma quale obiettivo e percorso ognuno fa personalmente. Ogni tanto ci si deve guardare indietro e darsi qualche pacca sulla spalla per quello che si è riusciti a raggiungere finora".
Però ci sono gli alti e i bassi e a volte si cade e ci si fa male.
"Le cadute fanno parte degli anni di apprendimento del gesto tecnico. Perdere l’equilibrio su una lama di 4 millimetri di spessore è all’ordine del giorno. È importante rialzarsi perché non sono le cadute che determinano che tipo di atleta si è, quando piuttosto il passo successivo che si compie per andare avanti. A volte bisogna fermarsi, fare una revisione, avere il coraggio di ammettere quali sono le cose che non sono andate bene, quali posso fare meglio, a chi mi posso rivolgere per fare meglio".
Quando lei gareggiava i salti tripli attaccati erano una rarità, ora sono nella norma. Quanto è cambiato il pattinaggio da quando lei era ai vertici ad oggi?
"Adesso l’evoluzione si è molto concentrata sull’aspetto tecnico. Ma questa è una fase dell’evoluzione. Il pattinaggio non si evolverà tutto in una volta: c’è una spinta tecnica e poi speriamo in futuro ci sarà anche una spinta artistica".
Lei ha vinto tanto. Ora allena accanto a talenti come il giapponese Yuma Kagiyama, bronzo alle ultime Olimpiadi. Dove vede il suo futuro?
"Avevo solo 14 anni quando mi sono trasferita in Germania per allenarmi. Spero un giorno di poter riportare tutto il sapere e l’esperienza in Italia. Ora mi divido un po’ tra l’Italia e all’estero. Sono parte del Gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre. Io mi vedo come mentore più che allenatore. Con i giovani parliamo più dell’esperienza che del gesto tecnico, di come affrontare le gare, come organizzare un allenamento, come gestire certe emozioni. Penso che raccontando la mia esperienza possa essere di grande aiuto, soprattutto con un’Olimpiade nel 2026 che non sarà facile da gestire per la pressione di gareggiare in casa. Credo fortemente che abbiamo una squadra molto forte e che saranno in grado di potersela giocare".
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