Giochi, questione di Fede. La sfida di Mancarella: "A Milano-Cortina 2026 con lo sci nordico»
La storia Federico, 32 anni, ha vinto il bronzo paralimpico nella canoa "Ma Tokyo è lontana e l’imbarcazione per il momento è ormeggiata. Con il mio allenatore Anderlini stiamo sognando un’avventura sulla neve". .
Dalla canoa paralimpica al padel, con un obiettivo, a lungo termine, che potrebbe portarlo a esplorare, con il suo allenatore, lo sci nordico. E’ la storia di Federico Mancarella, 32 anni, uno che non molla mai e che nel 2021, a Tokyo, nella canoa Kl2, ha vinto un bronzo paralimpico.
Federico è affetto da spina bifida: questo non gli ha impedito di costruirsi una vita che ha riempito di risultati importanti. Insieme con il terzo posto paralimpico in Giappone c’è stato l’oro, un anno dopo, agli Europei di Monaco di Baviera.
Ce n’è abbastanza per capire che Fede – che spesso lo si vede sfrecciare per le strade di Casalecchio con un’auto personalizzata – non si è fatto mancare nulla. Mancarella aveva investito il suo tempo in vista di Parigi 2024. E proprio in prospettiva dei Giochi Paralimpici – il sogno era il gradino più alto del podio – aveva ottenuto il pass. Sempre nella specialità della canoa Kl2. Prova rapidissima, dove basta un errore per mandare a monte il lavoro di mesi, anni.
In una gara di 200 metri, che si chiude in meno di un minuto, è sufficiente una pagaiata a vuoto per perdere centesimi di secondo. Un’inezia nella quotidianità. La differenza tra un oro e un quarto posto, magari, quando si parla di sport.
Pass olimpico per l’Italia, pass che però non era nominale, ma legato alla nazione. Così, alla fine, anziché MancaFede, ai Giochi, anziché lui, è andato un altro ragazzo.
Una soluzione difficile da digerire anche per uno sportivo a tutto tondo qual è Federico. Uno capace di assorbire le cadute e rialzarsi più forte e motivato di prima.
E adesso? Fede potrebbe anche decidere di tornare in acqua, con l’amata canoa, per provare a preparare i Giochi Paralimpici di Los Angeles 2028. Quattro anni non sono tanti, Fede è nel pieno della maturità agonistica e potrebbe ricominciare. Solo che la sua imbarcazione e i suoi sogni con la canoa sono ormeggiati a Campogalliano, nel Modenese, fermi da tempo. E allora.
"Ma in realtà – racconta Federico – sono animato da mille idee e altrettanti progetti. Non ho alcuna intenzione di fermarmi. Però, per quello che riguarda la canoa, c’è un appuntamento importante. Domenica a Roma ci sarà il rinnovo delle cariche federali. Ho deciso di mettermi in discussione, come sempre. Mi sono candidato. Un ruolo dirigenziale a servizio del movimento. Per provare a far crescere tutti".
Non solo la canoa, però, perché, stando in carrozzina – anche se, nella quotidianità, si muove con le stampelle – ha scoperto il padel. Recentemente è stato sui campi del Country Club di Villanova di Castenaso di Mario Trebbi. C’è la società Pic, ma ci sono anche le Paralimpiadi nel mirino. "E tra breve si giocherà in casa".
Possibile che Fede, che ha girato il mondo con la sua canoa, consideri Los Angeles come qualcosa di molto vicino? No, Mancarella ha cambiato passo e pure disciplina. L’obiettivo, in questo momento, si chiama Milano-Cortina 2026. Ecco i Giochi di casa. Anche se lui sta a Casalecchio e si allena, o meglio si allenava con la canoa, nel Modenese.
"Sto lavorando sempre con Gianni Anderlini – sottolinea – il tecnico che mi ha portato ai massimi livelli con la canoa. Vogliamo provare lo sci nordico o, in alternativa, il biathlon. Non ho ancora deciso quale delle due discipline. Ma prima di parlare di Paralimpiadi e di Milano-Cortina dovrei provare a qualificarmi. Valutando anche i costi dell’operazione. Che non sono pochi".
Ecco la nuova sfida di Mancarella Federico da Casalecchio di Reno, un ragazzo di 32 anni che non si arrende mai. Dopo aver sognato l’oro olimpico con la canoa – dopo il bronzo di Tokyo era sicuro di potersi migliorare a Parigi, dove non è andato – ci sono i Giochi di Milano e Cortina. Niente più pagaia, ma bastoncini. Niente più canoa, ma sci: Federico vuole provarci ancora. E c’è da pensare che conoscendone la tempra, non solo stacchi il pass. Ma poi, con ostinazione e coraggio, punti con decisione a posizioni di eccellenza.
Partecipare ai Giochi in due discipline diverse non sarebbe un unicum – Cesare Rubini per i Giochi del 1948 fu convocato sia dalla pallanuoto sia dalla pallacanestro –, ma il profumo di impresa resta.
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