Moto: il pilota, che già si era ritirato dalle gare, dà l’addio anche all’attività da collaudatore. Bartolini: "Ora smetto davvero»
Valter Bartolini (nella foto) appende il casco al chiodo. Già, con una carta d’identità che dice 61 primavere e il...
Valter Bartolini (nella foto) appende il casco al chiodo. Già, con una carta d’identità che dice 61 primavere e il ritiro dalle gare targato 2023, il campione di Casalfiumanese ha deciso di interrompere anche il rapporto di collaborazione con la Yamaha come collaudatore delle moto da cross.
"E’ la fine di un lungo ciclo – spiega Bartolini –. Arriva un momento in cui la fatica supera il gusto e, giunto in età da pensione, anche i rischi del mestiere iniziano a pesare sul conto".
Così il veterano delle due ruote motorizzate – numeri alla mano l’unico a vantare una carriera ad alti livelli tra sterrato e asfalto – dice basta.
"Ma continuerò ad allenarmi in palestra e a fare qualche salto nei crossodromi con i miei amici Dovizioso, Savadori e Mercado – confida –. La passione per le moto resta immutata. Cercherò di trasmettere il mio credo alla giovane crossista Giada Scaramagli di Medicina (pronta a tornare nel 2025 nel campionato italiano femminile di cross in sella alla sua Honda 250, ndr) che da qualche tempo ho preso sotto la mia ala".
Con l’addio al ruolo di collaudatore per il colosso nipponico, si chiude un capitolo importante della storia di Bartolini. Un viaggio iniziato nel mondiale di cross al fianco del fratello iridato Andrea e poi virato verso il comparto velocità. Un percorso condito da tanti successi come i due titoli italiani nella classe 250Gp, la wild card nel campionato del mondo Superbike ad Imola e la scorpacciata di trionfi in giro per il mondo tra Motard, SuperTwin e trofeo MotoEstate. Con due ricordi che danno lo spessore del personaggio.
"Il debutto nella 125 del Civ con l’allora neonato Team Gresini guidato dal compianto Fausto – conclude Bartolini – e il secco no a chi mi ha chiesto soldi per stare in pianta stabile nel mondiale Superbike. Sono orgoglioso di non essermi mai piegato a certe logiche assurde del mondo dei motori".
Mattia Grandi
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